Vivere o niente
Voglio tornare alla mia vita! E invece a un anno di distanza sono nella identica situazione di un anno fa.

Eh già
Io sono ancora qua
Stamattina mi sono svegliata con questo ritornello nella testa.
Ma anche ieri mattina e ieri l’altro ancora. E va bene che sono le parole di una canzone di Vasco Rossi, ma a tutto c’è un limite. Eh già. A tutto.
Eh già
Sembrava la fine del mondo
Ma sono ancora qua
Si sa come sono le canzoni, petulanti, fastidiose a volte. Hanno quella particolare capacità di adattarsi al momento e alla circostanza, anche se sono state scritte per altre situazioni.
Opportuniste, ecco come sono.
Fatto sta che questo motivetto mi batte nella testa come un martello pneumatico da quando…non lo so esattamente da quando. Forse da quando sto perdendo il senno, poco alla volta, tra un ritornello e l’altro.
Voglio tornare alla mia vita! E invece a un anno di distanza sono nella identica situazione di un anno fa.
Ci vuole abilità
Eh già
Il freddo quando arriva poi va via
Il tempo di inventarsi un’altra diavoleria
La Puglia di nuovo in zona rossa. Per Pasqua zona rossa rafforzata. E per Pasquetta?
Con l’aria, col sole
Con la rabbia nel cuore
Con l’odio, l’amore
In quattro parole
Io sono ancora qua
E la campagna vaccinale che non va, una macchina da guerra senza munizioni, un generale col petto pieno di medaglie, la sfida geopolitica sui vaccini, le clausole dei contratti senza garanzie e il virus che ritorna a ondate, muta, uccide.
Ormai io sono vaccinata contro l’incompetenza, l’inefficienza, il pressapochismo, chi non ci crede, chi va per conto suo, l’Europa che non c’è, l’Italia che si sfalda in venti autonomie, in sessanta milioni di pensieri.
E già
Ormai io sono vaccinato sai
Ci vuole fantasia
E allora che si fa?
Una corsetta dalla camera da letto alla cucina e dalla cucina alla camera da letto. Quaranta minuti di corpo libero davanti al computer. Internet, Sky, conversazioni a distanza. La mia normalità.
Almeno prima c’erano i balconi su cui cantavo ce la faremo.
Ora non ce la faccio più a stare in queste quattro mura senza poter abbracciare i miei cari a un isolato, senza cose da fare, persone da vedere, momenti da condividere.
E anche se, immersa in questo niente, in qualche modo resisto, smarrisco un po' di logica, vagheggio confusa momenti migliori, sorrido solo per ricordare com’era essere felici, per non dimenticare, e piango senza un motivo apparente, per un fiore che sboccia sul balcone, per qualcuno che non conosco, per una giornata di sole. Immobile davanti allo specchio aspetto di dirmi qualcosa, qualcosa di semplice come ad esempio domani passerà oppure riprenditi la vita che vuoi tu.
Riprenditi la vita che vuoi tu.
Io resto sempre in bilico
Più o meno, su per giù
Più giù, più su
Più su, più giù.
Eh già.
Raffaella Ricci
È bello leggerti Raffaella. Sei sempre pronta e attuale nei tuoi racconti. Riesci sempre a cogliere, con grande maestria, momenti e stati d’animo facendoci vivere perfettamente il contesto che descrivi nella sua particolarità. Rispondi a Francesco Lovascio