Spettacolo

Il Festival “Di scena a Fasano” è tornato ad illuminare il Teatro Sociale

Madia Lucia Colucci
“Senza Hitler”: primo spettacolo del Festival “Di scena a Fasano”
Il Festival ha avuto inizio ieri con "Senza Hitler", uno spettacolo che si propone di dare uno sguardo diverso alla storia sottolineando il valore della cultura
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Le porte del Teatro Sociale ieri, domenica 26 ottobre, finalmente si sono riaperte per portare a Fasano la XII edizione del Festival nazionale di teatro “Di scena a Fasano”, organizzato dal direttore artistico Mimmo Capozzi e dal Gruppo di Attività Teatrali “Peppino Mancini”.
Questa volta, però, niente saluti e chiacchiere all’ingresso; ognuno, dietro la sua mascherina, ha colto l’occasione di tornare a sedersi su quelle poltroncine rosse senza sapere quando sarà nuovamente possibile avere questa opportunità.
Il Festival, infatti, ha avuto inizio ieri ma si è già dovuto fermare, così come l’intero settore della cultura e non solo nel nostro Paese.

Il valore della cultura è uno dei perni, ricoperti da strati di politica e storia, attorno a cui si costruisce lo spettacolo portato in scena dalla Compagnia degli Evasi di Castelnuovo Magra: “Senza Hitler”.
Cosa sarebbe successo se Hitler nel 1907 fosse stato ammesso all’Accademia di Belle Arti? Quale strada avrebbe preso la storia? Che peso ha, dunque, la cultura nelle vite umane e, di conseguenza, nei processi storici?
Questa è la domanda che urla forte dal palcoscenico, una domanda che oggi più che mai suona prepotente.

Lo spettacolo si propone di dare uno sguardo diverso alla storia, attraverso un tentativo di immaginare un passato alternativo in cui l’estro distruttivo del singolo non abbia avuto un peso tale da annientare un’intera parte di popolazione e con essa la fiducia nella società per il solo gusto di perseguire obiettivi posti al di fuori di ogni logica razionale.
Quattro attori, pochi oggetti di scena; a farla da padrone è la parola. Un testo scritto con minuzia e attenzione, affidato a personaggi ben caratterizzati, immessi in un contesto storico definito senza sfumature. Una pièce che nasce statica per guadagnare azione e dinamismo durante il suo svolgimento, in una climax ascendente di intensità in cui i personaggi ti aiutano a districare i fili che si intrecciano scoprendo il quadro occultato in una scatola segreta.

Ieri il teatro è tornato ad illuminarsi per qualche ora, nel rispetto delle disposizioni vigenti ma anche e soprattutto del nostro desiderio di tornare a vedere le luci del palcoscenico accendersi e i corpi degli attori dar vita alla scena.

Cultura, ora ti parlo da amica, perché è così che si fa quando due individui si conoscono da tempo, quando hanno imparato a riconoscere i punti di forza e di debolezza l’una dell’altra.
Scusami, Cultura. Non sentirti offesa se oggi non ti considerano di primaria importanza, se oggi pensano tu possa essere messa da parte senza creare grossi problemi. Non è così, te lo posso assicurare.

Ci rivediamo presto a teatro!

lunedì 26 Ottobre 2020

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