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Piazza Ciaia gira al ritmo della musica di Fiorella Mannoia

Rosachiara Monopoli
Fiorella Mannoia si esibisce davanti al pubblico fasanese
Ieri sera, giovedì 22 agosto, Piazza Ciaia ha ospitato l'evento clou dell'estate fasanese, il concerto della cantante Fiorella Mannoia. Un racconto attraverso le canzoni eseguite.
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Mercoledì 22 agosto, ore 21.30, Teatro Ciaia (perchè è proprio l’aspetto di un teatro quello assunto dalla Piazza cittadina). Il sindaco Francesco Zaccaria dà il via, con un emozionato discorso di apertura (nel quale ringrazia collaboratori, sponsor e, in particolar modo, il consigliere comunale con delega alla valorizzazione internazionale del territorio, Pierfrancesco Palmariggi) ad una notte che, come questa, Fasano, non l’hai vissuta mai.

I miei passi (da Combattente, 2016). Da questa canzone Fiorella Mannoia inizia il suo concerto fasanese, ultima tappa del Bari Jazz Festival. La Mannoia non è solo un’interprete ma anche una coautrice, una cantante colta, una donna impegnata, elegante, e incredibilmente capace di coinvolgere il pubblico: la sua esibizione rappresenta il momento culminante dell’estate a Fasano.

I treni a vapore (da I treni a vapore, 1992). Sono uomini e donne piroscafi e bandiere viaggiatori viaggianti da salvare. Piazza Ciaia, illuminata e transennata, brulica. L’amministrazione deve gestire la complessa macchina organizzativa di un concerto che è anche un banco di prova, l’occasione per instaurare una nuova tradizione.

Caffè Nero Bollente (1981). Con un salto indietro nel tempo e questa celebre canzone il pubblico inizia ad animarsi in un crescendo che porterà molti ad accalcarsi ai piedi del palco, spinti dalla foga della musica. Gaia, otto anni, interrompe il concerto per consegnare a Fiorella un disegno ed una dedica, che la cantante legge ad alta voce: “Cara Fiorella, le tue canzoni mi arrivano al cuore”.

Nessuna conseguenza. I pensieri di Zo. Combattente (da Combattente, 2016). Storie di donne forti tratte dall’ultimo album dell’artista, ma soprattutto il racconto di come tutti noi combattiamo le difficoltà della vita “per i nostri desideri, per un’idea, per un principio, per il diritto ad essere felici”.

In viaggio (da Sud, 2012). E Rivendica il diritto ad essere felice è proprio uno dei consigli che la madre, protagonista di “In viaggio”, fra i brani più commoventi della cantante, dedica alla figlia in procinto di partire per il viaggio che deciderà della sua vita. In Sud (primo lavoro della Mannoia come coautrice), racconta Fiorella, confluiscono le influenze e le riflessioni su tutti i Sud del mondo derivate dalla lettura del libro “Terroni” di Pino Aprile.

Insieme (Mina, da Quando tu mi spiavi in cima a un batticuore, 1970). E penso a te (Battisti e Mogol, da Umanamente uomo: il sogno, 1969). Riuscitissima la scelta di aggiungere al repertorio alcuni classici della canzone italiana; tra questi anche Cercami (Renato Zero, da Amore dopo amore, 1998). La Mannoia riesce a restituire peso e densità ai testi, parola per parola.

Come si cambia (1984), quattordicesimo posto al Festival di Sanremo. Che sia benedetta (da Combattente, 2016), secondo posto al Festival di Sanremo 2017. Fiorella Mannoia riporta con grande ironia la battuta di un’amica: “A’ Fiorè, ti sei fatta battere pure da una scimmia!”.

Oh che sarà (da Di terra e di vento, 1989). Offeso (2003, con Niccolò Fabi). Sono le canzoni dell’impegno, della denuncia, dello sdegno, del coraggio di tradire il patto con l’inutile omertà. La Mannoia le dedica alle vittime genovesi e calabresi di questi giorni, nella speranza che “qualcuno, questa volta, paghi”.

Sally (da Certe piccole voci, 1999). Finchè la terra gira (da Combattente, 2016). Le parole perdute (da Fiorella, 2014). Il concerto si avvia alla conclusione, l’entusiasmo cresce. Tutta la Piazza gira al ritmo della musica di Fiorella Mannoia. L’intesa tra pubblico, cantante e band (composta da Davide Aru alla chitarra, Diego Corradin alla batteria, Claudio Storniolo al pianoforte e alle tastiere, Luca Visigalli al basso e Carlo Di Francesco, alle percussioni e alla direzione musicale) è totale.

Felicità (da A te, 2013) è il poetico omaggio che l’artista rende al maestro Lucio Dalla prima di esibirsi in Quello che le donne non dicono (da Canzoni per parlare, 1998), pezzo che più di ogni altro l’ha resa celebre, e Il cielo d’Irlanda (da I treni a vapore, 1991). Proprio il ritmo popolare e trascinante di questo brano segna la conclusione di un evento inusuale e significativo per Fasano, animata quasi per incanto sotto un cielo che si ubriaca di stelle e il mattino è leggero.



giovedì 23 Agosto 2018

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