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Nuovi casi di Xylella territorio fasanese: Trisciuzzi presenta una mozione

La Redazione
Xylella
«Dalle scelte che si stanno e che ci stanno imponendo non sarà più possibile tornare indietro», dichiara il consigliere
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«Dieci mesi fa chiesi al Consiglio Comunale con una mozione di isolare, monitorare, allestire un campo sperimentale, richiamare la scienza e la ricerca internazionale sul primo ulivo trovato infetto nel territorio di Fasano».

A dichiararlo è il consigliere comunale Raffaele Trisciuzzi.

«Il Sindaco e la maggioranza respinsero la mozione, per poi lasciare l’ulivo alla sua condanna a morte. Dissero no, e non fecero nient’altro. Per loro era una richiesta stupida. L’albero fu fatto a pezzi dalle ruspe dopo molte settimane.

La soluzione fu immediatamente farlo a pezzi, non prima di spargere ovviamente una adeguata dose di pesticidi sulla terra e nell’aria, anzi no: fitofarmaci, perché pesticidi non si può più dire.

Oggi ce ne sono altri 5 a Fasano, 5 ulivi ancorati bene anche da secoli alla terra, la nostra, con frutti maturi per il periodo della raccolta, e state certi che li faranno a pezzi, in nome della Scienza e della Ricerca.

Anche se è palese che questa sino ad oggi non abbia funzionato.

Anche quando poi questa fa rima con interessi economici e coi finanziamenti pubblici, Cnr, Università, Laboratori Accreditati e sponsor privati, tipo Bayer, Monsanto o Eni.

E anche che se questa lunga emergenza che non finisce mai, è intrisa palesemente di speculazioni, censure e mezze verità, sono riusciti, anche questa volta, a metterci l’uno contro l’altro.

Chi siamo noi per decidere invece in modo così affrettato, mediocre, drastico, irreversibile, un tema che, non solo noi, ma la scienza ancora non ha compreso sino in fondo?

Le ricerche indipendenti, le indagini giudiziarie e più la fumosità evidente in tutta la vicenda Xylella impongono a tutti la massima informazione e la massima precauzione, soprattutto grande rispetto per gli ulivi e gli agricoltori.

Stiamo certi che non si può curare nulla né con le motoseghe né avvelenando la terra. Non si possono tagliare, abbattere, bruciare ulivi maestosi, produttivi, impiantati da secoli, con tutta fretta e in un costante clima di reticenze, false notizie e incertezza.

Dalle scelte che si stanno e che ci stanno imponendo non sarà più possibile tornare indietro.

Fasano oggi è al confine di tutto questo, capofila di un problema mai affrontato, e gestito sin dall’inizio dalle stesse persone.

Persone oltretutto, che gli atti giudiziari hanno tacciato di forte inaffidabilità e superficialità.

Persone che sin dall’inizio hanno incredibilmente rifiutato ogni confronto, perché, dicono, “la (loro) scienza non è democratica”.

Oggi questa decisione passa attraverso di noi e attraverso il nostro territorio, e tutti ne siamo coinvolti direttamente.

Chiedo a tutta la popolazione, storicamente figlia della nostra tradizione agricola e sensibile alla cultura e alla bellezza della nostra terra, di farsi protagonista, non spettatrice, di quello che sta accadendo.

Rinnovo questa mozione, e chiedo al sindaco di intervenire, a tutti i cittadini di ascoltare, perché tutto quello che non facciamo oggi, non potremo più farlo domani.

Perché non c’è più tempo.

Salviamo i nostri ulivi, con l’apporto di altre azioni di contenimento e ricerca contro il Co. Di. Ro., insieme ad altri strumenti, altri ricercatori, altre ipotesi, altre soluzioni. Ma non intaccando in modo irreversibile il nostro patrimonio.

Rifiutando chi rifiuta i dibattiti, perché non esiste Scienza che non si arricchisca dall’ascolto, e non esiste Cura senza confronto scientifico.

Fermiamo la distruzione, salviamo la bellezza».

venerdì 25 Ottobre 2019

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