Cultura

“La Costruzione”: il caso De Barbieri 136 anni dopo al Teatro Sociale

Madia Lucia Colucci
“La Costruzione” al Teatro Sociale
La ricerca affannosa di una giustizia celata ed omessa per troppo tempo in un caso emblematico di metateatro
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Se volessimo cercare un sostantivo che rappresenti il punto di arrivo, ma anche di partenza, della seduta portata in scena ieri, martedì 4 marzo, al Teatro Sociale potremmo scegliere “libertà”.

È questa, infatti, la motivazione, insieme alla ricerca affannosa di una giustizia celata ed omessa per troppo tempo, che spinge i protagonisti de “La Costruzione” a riaprire un caso datato 1884, 136 anni dopo.

E questo, come tra l’altro ogni sentimento umano, non è nuovo, come già Esopo ci racconta nella favola del cane e del lupo. La libertà è un bene supremo, prezioso, irrinunciabile. Ma è anche ingannevole: a volte, infatti, accade di non accorgersi che la costruzione perfetta in cui abbiamo sapientemente acconciato la nostra vita altro non è se non una gabbia. Forse dorata, forse apparentemente accogliente, ma pur sempre una gabbia.

Michele Savoia nei panni di Luigi De Barbieri, il Consigliere di Cassazione Parini (Sante Schiavone) e la testimone Antonietta Lanza (Annalisa Milanese) ci portano davanti a questo scenario, diretti dalla riconoscibile mano di Mimmo Capozzi.

Dal caso De Barbieri, infatti, il pubblico, in veste di giuria popolare, è questo che porta a casa: la presa di consapevolezza di un sapiente gioco di maschere che, in un equilibrio che con il tempo e le strategie ha acquistato saldezza, riesce a muovere la vita sociale attraverso invisibili fili.

La legge, la morale, la religione cosa sono se non un rassicurante porto dove poter approdare quando la paura del caos e l’incertezza del futuro ci sballottolano tra i flutti impetuosi del mondo?

Ma quanto è difficile intuire il confine labile tra conforto e costrizione?

Riaprire metaforicamente il caso De Barbieri non cambierà la sorte degli imputati, dopotutto in questi tre giorni sul palcoscenico scarno di elementi si porta in scena un emblematico esempio di metateatro, ma questo può riscattare la memoria di chi troppo velocemente e troppo spesso viene giudicato. E forse aprire nelle coscienze altrui un varco significativo che permetta di evadere dalla gabbia illusoria in cui a volte cadiamo.

Questa sera, alle 21 al Teatro Sociale, sarà ancora possibile diventare parte della giuria popolare per esprimere il proprio giudizio sul caso De Barbieri.

mercoledì 4 Marzo 2020

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