Cultura

L’Università del Tempo Libero celebra la Giornata Nazionale del Dialetto

La Redazione
L’Università del Tempo Libero celebra la Giornata Nazionale del Dialetto
La prof.ssa Palmina Cannone si è soffermata sull'importanza socio-culturale e storica del nostro vernacolo
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Il 17 gennaio scorso l’Università del tempo Libero di Fasano ha celebrato, nella propria sede, la Giornata Nazionale del Dialetto.

La presidente, prof.ssa Palmina Cannone, che tiene presso l’UTL il corso “La lingua delle radici”, si è soffermata sull’importanza socio-culturale e storica del nostro vernacolo.

Lo scrittore Pier Paolo Pasolini analizzò brillantemente il rapporto tra lingua nazionale e dialetto vocale.

«Lo scrittore friulano – ha detto Palmina Cannonevedeva nel vernacolo l’ultima sopravvivenza di ciò che è ancora puro e incontaminato, e come tale deve essere protetto, proprio come si dovrebbe proteggere un affetto della nostra vita».

Il dialetto si pone perciò come lingua degli affetti, delle tradizioni che appartengono a un territorio, legando le diverse generazioni. Non a caso è stato ricordato, durante la serata, il vecchio adagio “ A Sant’Antùne se balle / i se sùne”, a ricordare che il 17 gennaio ricorre la festa di Sant’Antonio Abate, al quale è dedicata in loco una parrocchia, e inizia Carnevale.

Il simbolo del Santo è un porco, retaggio dell’antica festività pagana, e la gastronomia autoctona nel periodo carnevalesco declina piatti a base di maiale: sanguinaccio, costolette, salciccia a punta di coltello, brodo in cui “sedere” le cicoriette campestri”, capocollo, sugna, ciccioli, ecc.La prof.ssa Cannone ha ricordato la tradizione dei “cumbìtte rizze” (confetti ricci) delle sorelle Guarini che, in casa in via Santa Teresa, preparavano queste prelibatezze con due soli ingredienti: zucchero e mandorle. Non tutti potevano permettersene l’acquisto per l’elevato costo. Gli acquirenti erano soprattutto forestieri, ma anche i fasanesi li acquistavano, pur se in modica quantità. Sono state declamate e commentate alcune poesie di autori dialettali conterranei. I convenuti si sono resi protagonisti ricordando proverbi, aneddoti, soprannomi, fatterelli, personaggi, declinati rigorosamente in dialetto, la cui anima popolare è immortale.

«La parola attraverso il dialetto – ha concluso la relatrice – si carica di storia, suggestioni, vissuto di vita quotidiana, di sconosciute forme espressive. Un linguaggio antico e sempre nuovo che, da un lato, affonda le radici nel passato e, dall’altro, si proietta nel futuro».

martedì 21 Gennaio 2020

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