Cultura

Gli alunni della “Bianco-Pascoli” a Cracovia in una scuola speciale per ipovedenti e non vedenti

La Redazione
Gli alunni della “Bianco-Pascoli” a Cracovia in una scuola speciale per ipovedenti e non vedenti
L'esperienza rientrava nel progetto Erasmus plus "The different colours of music", ormai entrato a pieno titolo tra le attività della Scuola Secondaria di Primo Grado Bianco-Pascoli
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Il progetto Erasmus plus “The different colours of music” è ormai entrato a pieno titolo tra le attività della Scuola Secondaria di Primo Grado Bianco-Pascoli, scuola coordinatrice, come anche dell’associazione Accordi Abili che è partner del progetto.

Dopo il primo meeting organizzativo tenutosi a Salonicco, in Grecia, la seconda mobilità ha riguardato Cracovia, in Polonia, dove hanno partecipato anche gli alunni provenienti da tutte le scuole partner: Francia, Regno Unito, Portogallo, Grecia. Delle due istituzioni fasanesi hanno partecipato i professori Maria Dibello, Caterina Della Tommasa, Valeria Vinci e Franco Angiulo e gli alunni Zoe Ratta, Francesca Nistri, Davide Pinto e Daniele Velletri.

L’istituzione polacca partner del progetto è una scuola speciale per ipovedenti e non vedenti. Si tratta di una scuola che possiede ambienti, attrezzature e strumenti per consentire ai ragazzi con questo tipo di disabilità di apprendere più facilmente e di fare le esperienze della vita quotidiana in un ambiente protetto. Gli studenti sono guidati e curati sotto ogni aspetto. Imparano anche a suonare degli strumenti musicali.

Infatti ragazzi completamente non vedenti e professori hanno fatto una dimostrazione sull’insegnamento e apprendimento dello studio delle note, degli spartiti, della musica, con metodo Braille.

Emozionanti sono state le performance canore e musicali di tutti i gruppi, confluite poi in una spontanea esibizione in cui tutti gli studenti hanno intonato canzoni e condiviso con i partecipanti il loro entusiasmo. La musica ha veramente unito tutti, consentendo a ciascuno di superare ogni tipo di difficoltà fisica o differenza culturale; tutti si sono sentiti arricchiti dalla diversità, dal rispetto, dalle tante emozioni vissute durante il meeting.

Questa la testimonianza dei quattro studenti italiani.

«Ciao a tutti. Noi siamo Davide, Daniele, Zoe e Francesca.

Siamo i ragazzi sorteggiati per partecipare al progetto “Erasmus+”, la nostra destinazione è stata Cracovia, in Polonia.

Alla notizia siamo stati sopraffatti dall’ansia. Immaginate di avere una tale occasione a soli dodici anni. La notizia ci è stata data agli inizi di dicembre. Ci dissero che saremmo partiti a gennaio.

Passò quel mese e mezzo e arrivò finalmente il 20 gennaio; quel fatidico giorno in cui ci preparammo a vivere una delle settimane più intense della nostra vita. Il viaggio è andato molto bene; abbiamo pernottato in un hotel chiamato “Logos”, dove risiedevano anche gli altri gruppi che partecipavano al progetto. Abbiamo fatto subito amicizia con molti ragazzi.

Il primo giorno siamo andati a visitare la “Miniere di sale”, un posto molto particolare, si scende attraversando delle gallerie fino ad arrivare alla spettacolare cattedrale di sale che si trova nel punto più basso della miniera.

Il giorno successivo siamo andati nella scuola per ipovedenti e per ragazzi non vedenti. Prima l’abbiamo visitata, poi abbiamo assistito ad un’esibizione canora messa in scena da alcuni bambini. È toccato anche a noi cantare e abbiamo intonato, accompagnati da tutti i presenti “Volare”. È stato un momento fantastico.

La mattina seguente ci siamo svegliati molto presto, destinazione “Zakopane”, una località di montagna coperta dalla neve.Appena arrivati, presi dall’entusiasmo, abbiamo cominciato a giocare a palle di neve tra tutti noi ragazzi. Nel frattempo si sono avvicinati a noi dei signori a cavallo che trainavano delle slitte. Ci accorgemmo subito della loro presenza e allora chiedemmo cosa ci facessero lì e ci risposero che i professori polacchi avevano, come sorpresa, prenotato un giro in slitta sulla montagna. L’esperienza è stata bellissima e divertente. Le carovane trainate dai cavalli procedevano a ritmo lento sulla montagna, e noi, dentro le carrozze, portavamo delle torce accese che illuminavano il nostro cammino. Abbiamo fatto una pausa in cima alla montagna, dove il silenzio regnava assoluto in un paesaggio coperto dal bianco. Al ritorno, oltre a continuare la guerra di palle di neve trovammo davanti ai nostri occhi del pane, del formaggio, degli spiedini e un fuoco acceso. Riscaldammo il cibo e lo mangiammo: squisito!

Il giorno dopo, il più atteso da tutti, siamo andati al campo di concentramento di Auschwitz; è stato un tour veramente toccante e forte. Nelle strade che si percorrevano tra le diverse camere si sentivano la tristezza, l’angoscia e la sofferenza che le persone rinchiuse là dentro hanno dovuto sopportare. Il momento più commovente è stato quando siamo entrati nella camera 11 dove abbiamo visto grandi cupole di vetro contenenti gli utensili, i vestiti, ma soprattutto i capelli delle persone morte. Pensate che tutti i resti presenti in quella camera costituivano solo una piccola percentuale di tutto ciò che è stato recuperato dopo la guerra. Dopo la triste visita al campo siamo tornati a Cracovia. Quello fu l’ultimo giorno trascorso con i nostri amici stranieri. Lasciarli è stato difficile; un tripudio di pianti e abbracci che sicuramente non scorderemo mai.

Gli altri ragazzi sono partiti la mattina dopo mentre noi siamo rimasti ancora un giorno per visitare la città in cui risiedevamo; Cracovia è bellissima, un gioiello, è perfetta. Ha una piazza enorme con migliaia di strade che la circondano: al suo centro ci sono dei portici al cui interno si aprono bancarelle che vendono souvenir. In un angolo c’è la famosa Basilica di Santa Maria: all’interno bellissimi allestimenti in oro e lunghe file di panchine che conducono fino all’abside, anch’esso abbellito con addobbi in oro.

La seguente mattina ci siamo svegliati presto, per l’ultima volta in quella città e, con tanta tristezza, dopo aver preparato i bagagli, abbiamo lasciato l’hotel. Prima di partire, però, un ultimo giro per salutare quella bellissima città.

Dopo due ore di volo eccoci in Italia, tristi per aver lasciato un Paese splendido ma anche contenti di aver vissuto un’esperienza indimenticabile».

Ed ora un altro gruppo italiano è in partenza per Luton, nel Regno Unito di Gran Bretagna per partecipare al meeting che si terrà dal 16 al 20 aprile e vivere un’altra fantastica esperienza.

lunedì 16 Aprile 2018

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