Attualità

La curiosità è un pregio

Stella Laportosa
Intervista a Beniamino Attoma Pepe
Quattro chiacchiere con Beniamino Attoma Pepe, architetto, libero professionista e dal 2015 Capo Delegazione del FAI, Fondo Ambiente Italiano della provincia di Brindisi.
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Conosciamoci in po’. Lei, come architetto, ha avuto esperienze sia all’estero che in Italia. Che ruolo ha svolto in ambedue le situazioni e dove ha lavorato meglio?

I ruoli svolti nei due casi citati erano molto differenti. Infatti, se qui opero come architetto, all’estero ho svolto un lavoro di consulenza su alcune tematiche legate a temi specifici, quali la rivalutazione di alcuni ambiti urbani degradati. Inoltre, ho seguito alcune reti europee che mi hanno permesso di viaggiare, cosa che peraltro adoro, di creare una rete di contatti nel continente e di rimanere curioso, caratteristica che reputo un enorme pregio.

Spesso, svolgendo la sua professione, si incorre nella burocrazia. Quale pensa sia il problema dietro l’organizzazione italiana?

Il problema, specialmente per quanto riguarda la nostra zona, è eccessivamente grande, spesso ridondante. Spesso i fatti non collimano, qualcosa detto da una persona non coincide con quella detta da un’altra, in cinque minuti si trovano cinque problemi diversi e diviene una situazione entropica. Alla fine ci si arrangia, ma si perde un sacco di tempo. C’è sempre qualcosa che non funziona ed è evidente ci sia una rogna per quanto riguarda i meccanismi dei procedimenti amministrativi.

Su cosa sta lavorando ultimamente, con il FAI e come libero professionista?

Con il FAI, abbiamo appena celebrato le Giornate di Primavera in oltre 1100 punti in tutt’Italia, a Brindisi e Torchiarolo, piccolo paese dotato di un’area archeologica dimenticata per molti anni e che, come associazione, abbiamo cercato di valorizzare, riuscendoci. Dal punto di vista professionale, principalmente mi occupo del recupero di strutture masseriali, ciò che per noi è diventato una specificità e quindi favorisce il turismo. Sono molte le persone che vengono qui, si innamorano del posto, comprano ed hanno bisogno di un tecnico che gestisca per loro le pratiche locali o faccia da intermediario.

Pensa sia possibile svolgere il lavoro che si desidera fare, pur rimanendo nel proprio paese natale?

Non simpatizzo molto per la retorica della “fuga di cervelli”, riconosco che questo non sia il migliore dei contesti, dal punto paesaggistico, gastronomico, climatico lo è, ma non credo si possa godere della migliore qualità di vita possibile, così come non sono sicuro che i nostri paesaggi, la nostra cucina ed il nostro clima siano i migliori del mondo. Viaggiare ti permette di fare confronti, che non necessariamente devono portare vincitori, ma che ti danno l’opportunità di capire in che contesto vorresti vivere o come vorresti migliorare quello in cui ti trovi ora. Il succo è che, per la nostra formazione, per un tenore di vita migliore, per fare in modo che il nostro desiderio di affermazione coincida con il contesto, è meglio darsi un’opportunità, ovunque sia.

venerdì 10 Maggio 2019

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