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Il Laboratorio Urbano passa alla Dante Alighieri

La Redazione
Il Laboratorio Urbano di Fasano
Il Tar di Lecce, pronunciandosi sul ricorso presentato dall'ex gestore del Laboratorio Urbano, ha dichiarato legittimi gli atti di gara per la concessione della gestione quinquennale della struttura e la conseguente aggiudicazione
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Si è conclusa con una sentenza di rigetto la vicenda giudiziaria del Laboratorio Urbano che dal 14 marzo scorso, giorno in cui si è conclusa la gara pubblica per l’affidamento della nuova gestione della Struttura, ha impedito all’ Associazione Dante Alighieri di Fasano (risultata prima in graduatoria) di entrare in possesso dello stabile e dare inizio al nuovo programma di attività.

Lunedì 15 ottobre, Il Tar Lecce, sposando in pieno la tesi difensiva dell’avvocato Sante Nardelli in difesa dell’Associazione Dante Alighieri e dell’avvocato Ottavio Carparelli, difensore del Comune di Fasano, ha respinto il ricorso presentato dalla Coop. Equo e Non Solo (terzo classificato tra i concorrenti), dichiarando legittimi gli atti di gara e la conseguente aggiudicazione.

Confermando l’ordinanza con cui lo stesso TAR di Lecce aveva respinto la richiesta di sospensiva d’urgenza della gara presentata a maggio dalla ricorrente, il Collegio ha ritento inconsistenti le contestazioni dedotte in merito alle modalità di effettuazione del sopralluogo presso locali del Laboratorio Urbano e alla presunta incompatibilità del Presidente della prima Commissione di gara, non avendo, quest’ultimo, esercitato alcun ruolo né nell’ammissione, né nella valutazione dei progetti presentati dai competitori.

Il Giudice, inoltre, ha dato ragione alla tesi difensiva anche con riferimento ai motivi di impugnazione con cui l’ex gestore del Laboratorio Urbano lamentava l’attribuzione dei punteggi, da parte della Commissione comunale, alla prima e seconda classificata (rispettivamente Ass. Dante Alighieri di Fasano e ECIPA di Brindisi), precisando che l’amministrazione ha vincolato la propria discrezionalità ai parametri prefissati dalle Linee Guida regionali relative alla seconda fase dei Laboratori Urbani e dal bando (i quali enfatizzano lo sviluppo delle competenze dei giovani finalizzate al l’occupazione e all’imprenditorialità) e il suo operato non può ritenersi viziato dal mero “libero arbitrio”.

In questa ottica, il progetto presentato dalla Dante Alighieri, che ha ad oggetto anche la formazione imprenditoriale e l’innovazione tecnologica è risultato più aderente alle richieste contenute nelle linee guida regionali, fatte proprie dall’amministrazione comunale, a differenza del progetto presentato dalla Coop Equo e Non Solo, dal contenuto più ripetitivo dell’esperienza dei precedenti anni.

La ricorrente potrebbe impugnare la sentenza del TAR di Lecce dinanzi al Consiglio di Stato, che a settembre ha già respinto l’appello cautelare proposto dalla stessa.

La Coop. “Equo e non Solo” è stata rappresentata e difesa dagli avv.ti Alberto Bagnoli e Rubina Ruggero, mentre le associazioni e gli enti intervenuti in giudizio sono stati difesi da un collegio difensivo composto dagli avvocati Angelo Antonio Rapanà, Adalisa Campanelli, Alberto Bagnoli, Giuseppe Cicirelli, Mariagrazia Acampora, Antonella Alò.

mercoledì 17 Ottobre 2018

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