Festa Patronale Pezze

Amedeo Minghi incanta Pezze di Greco con un mix di brani dagli albori ad oggi

Madia Lucia Colucci
Concerto Amedeo Minghi - Pezze di Greco
Piazza XX Settembre gremita di gente per ascoltare la voce del noto cantante nell'ultimo giorno di festa patronale
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La festa patronale di Pezze di Greco ha avuto fine ieri, lunedì 17 luglio, con il concerto di Amedeo Minghi, i cui fan lo aspettavano già dal tardo pomeriggio per potersi accaparrare i posti in prima fila. Il cantante si è anche messo a disposizione, in modo molto umile, di tutti coloro che volessero scattare delle fotografie.

Un’ora e mezza di concerto in cui Minghi, tra gli applausi del pubblico che lo aspettava, impaziente, già da molto, ha esordito con “Come due soli in cielo”, grande successo del 1994, contenuto nell’omonimo album.

A seguire: “Cantare è d’amore” del 1996, in gara al Festival di Sanremo nello stesso anno. “Piccola spina” del 2000, “Notte bella magnifica” con la quale partecipò al Festival di Sanremo del ‘93 e, dello stesso anno, “I ricordi del cuore”. Facendo dei grandi salti temporali è giunto a cantare “Mi piace sorprenderti”, brano pubblicato soli nove anni fa, nel 2008.

Poi, invece, ritornando indietro nel tempo, precisamente nel 1989, ha cantato “St. Michel” e a seguire un canzone dell’anno successivo: “Emanuela ed io” e “Decenni” del ’89.

Ecco poi giungere una canzone che ha riscosso grande successo tra il pubblico: “Un uomo venuto da lontano” del 1993, brano dedicato al Papa Giovanni Paolo II, «Una serenata al papa sotto le finestre di San Pietro» – come dichiarò Minghi a “Il messaggero”.

A seguire due brani del 1980: “Di più” e “Sicuramente tu”, per poi fare un salto nel presente con “Com’è bello il mondo”, brano dello scorso anno che fa parte del cofanetto intitolato “La bussola e il cuore”, con il quale Minghi è ritornato sulle scene discografiche.

Poi con “Io non ti lascerò mai”, canzone del 2014 dedicata alla moglie e al loro amore, come dice egli stesso: «il nostro amore: per cui vado avanti, anche se è non è facile», ha emozionato il pubblico che affollava la piazza. Senza sosta, intervallato solo dalla sua stessa voce che bassa e profonda anticipava i brani fornendo un senso ed una spiegazione, ha continuato con “L’immenso”, brano del 1989 e, dello stesso anno, “Cuore di pace”.

Poi ancora una canzone che è stata in gara al Festival di Sanremo: “1950” del ’93. A seguire: “La vita mia” contenuta nell’omonimo album del 1989 e “Vattene amore”, cantata in duetto con Mietta nel 1990 a Sanremo, dove si è classificata terza. Una canzone che fa ancora ballare e cantare tutte le generazioni.

Senza eseguire bis ha chiuso il concerto, tra gli applausi e i flash degli smartphone, con “La speranza” del 2003. Un concerto che ha visto Piazza XX Settembre colma di fan semplicemente di curiosi e amanti della musica. Un’ora e mezza di brani diversi tra loro che hanno ripercorso la strada fatta dal cantante in tanti anni di lavoro e di passione.

martedì 18 Luglio 2017

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