Spettacolo

Ascanio Celestini al Kennedy per narrare storie destinate a rimanere nell’ombra

La redazione
Ascanio Celestini
Il nuovo spettacolo di Ascanio Celestini, "Pueblo", è andato in scena ieri, 15 febbraio, nell'ambito della stagione di prosa del Teatro Pubblico Pugliese
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Voce, musica, parole e nient’altro. Ieri, 15 febbraio, per la stagione di prosa del Teatro Pubblico Pugliese organizzata dal Comune di Fasano è andato in scena “Pueblo”, spettacolo di Ascanio Celestini (seconda parte della trilogia cominciata con “Leika” nel 2015), presso il teatro Kennedy.

Adottando come sottofondo musiche originali al pianoforte e alla fisarmonica di Gianluca Casadei, Ascanio Celestini ha indossato i suoi soliti panni di cantastorie, trasportando il pubblico in storie intrecciate e realistiche, in situazioni quotidiane spesso seppellite nell’ombra, in un mondo ignorato da molti.

Contro una scenografia quasi assente, la voce e la musica hanno riempito il palco e l’intera sala. «Questa è la storia di un giorno di pioggia»: e successivamente hanno iniziato a susseguirsi fino ad unirsi come un confuso vortice storie toccanti di persone comuni, come quella di Violetta, strana cassiera di un supermercato che odia il lavoro che fa e immagina di essere una regina a contatto con i suoi sudditi, a cui tutti i giorni racconta altre storie. O, ancora, la storia di Domenica, barbona che non chiede l’elemosina e rimpiange il suo amato facchino africano. E poi storie di bariste che guadagnano con le slot machines, e di chi può permettersi di bere solo il sabato, stesso giorno della settimana in cui perde tutti i propri soldi per il gioco d’azzardo, ma anche di zingari misteriosi, di prostitute straniere, e della morte dignitosa di centomila africani nel fondo del mare.

Tutte le parole si sono dunque trasformate in denuncia e indignazione, senza metter da parte una giusta dose di ironia, e riuscendo ad emozionare tra gli ambienti non solo delle periferie urbane ma anche di quelle umane.

«Di questi personaggi mi interessa l’umanità. Voglio raccontare come sono prima della
violenza che li trasforma in oggetto di attenzione da parte della stampa, ma voglio
raccontare anche il mondo magico che hanno nella testa. Il mondo che li rende belli e che,
solo quello, può aiutarli a non farli scomparire» dichiara Ascanio Celestini, che con la sua professionalità nel teatro di narrazione ha senza dubbio centrato in pieno l’obiettivo.

venerdì 16 Febbraio 2018

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