Spettacolo

La ballata per Faber “volta la carta e finisce in gloria”

Barbara Castellano
"Verranno a chiederci del nostro amore"
Lo spettacolo realizzato dagli allievi della "Glitter" ha portato in scena i temi più cari al cantautore genovese con una commistione di diversi linguaggi artistici
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«Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria col suo marchio speciale di speciale disperazione, e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi per consegnare alla morte una goccia di splendore, di umanità, di verità». Questa era la dedica della “Smisurata preghiera” di Fabrizio De André, questa la dedica che ci è sembrato essere stata colta dagli allievi della “Glitter” di Teresa Cecere che ieri sera al Teatro Sociale ha portato “Ballata per De André”, spettacolo concepito come alternativa agli esami di fine anno accademico del gruppo College della scuola.

Un omaggio al cantautore genovese -al quale non è mai facile approcciarsi e rivolgersi- fatto attraverso recitazione, ballo, canto e non solo. I personaggi delle canzoni di Faber si sono raccontati attraverso gesti e voci guidati da Michele Savoia (recitazione), Nunzia Abbracciavento (danza) e Miriam Neglia (canto). È stato uno show d’avanguardia, che ha azzardato mischiando stili teatrali completamente diversi e cucendoli ai protagonisti delle canzoni di De André, creando dei “quadri” che di volta in volta hanno stupito per delicatezza, originalità e intensità.

Il sipario si alza e si inizia dalla fine: la morte di Faber a cui i suoi personaggi hanno dedicato la serata.
«E mentre il sangue lento usciva e ormai cambiava il suo colore, la vanità fredda gioiva: un uomo s’era ucciso per il suo amore». I tralalalalla tralallaleru e la cupidigia de “La ballata dell’amore cieco” fanno parte di storie ai margini, storie che perseguitano come “Una storia sbagliata” (quadro di Gaia Cardone) che vengono raccontate e distorte, diventando oggetto di gossip durante una permanente perché «è una storia per parrucchieri. È una storia un po’ sputtanata, è una storia sbagliata. Storia diversa per gente normale, storia comune per gente speciale». Gente normale o speciale come la Teresa di “Rimini” (Maddalena Mileti) e come Fernandino di “Princesa” (Carlo Intini nei movimenti ha omaggiato Pina Bausch) che è diventato Fernanda con un gioco di ombre cinesi «perché Fernanda è proprio una figlia, come una figlia vuol far l’amore. Ma Fernandino resiste e vomita e si contorce dal dolore». Così come Fernanda, anche “Nancy” (Sheila Mirabile) «dormiva con tutti». Se però nella discografia di Faber c’è una prostituta nota a tutti, quella è “Bocca di Rosa” (Maria Chillà) perché «c’è chi l’amore lo fa per noia, chi se lo sceglie per professione. Bocca di Rosa né l’uno né l’altro, lei lo faceva per passione».
Sia “Quello che non ho” che “Dolcenera” sono state affidate solo alle voci “allineate” sul proscenio. Voci che hanno trovato le parole a differenza di “Un matto” (Francesca Mileti) che si tappa la bocca dopo aver sfidato il resto dei passanti: «tu prova ad avere un mondo nel cuore e non riesci ad esprimerlo con le parole, e la luce del giorno si divide la piazza tra un villaggio che ride e te, lo scemo, che passa». Il recitato “Geordie” (Sonia Pugliese) e le coreografie su “La guerra di Piero”, “Amore che vieni amore che vai” -a cui hanno partecipato anche Mariangela Cecere, Simona Baccaro, Roberta Lisi, Rosita Quaranta, Giorgia Castrovilli- sono state intervallate dal valzer su “La canzone di Marinella” (Francesca Sibilio) che «come tutte le più belle cose, vivesti solo un giorno come le rose». Di particolare bellezza sono stati due degli ultimi quadri proposti: l’uno, “Verranno a chiederti del nostro amore” (di Mariliana Petruzzi) con stile à la Chaplin ha raccontato una storia d’amore dall’incontro alla separazione perché «sono riusciti a cambiarci, ci sono riusciti lo sai»<span class="redactor-invisible-space">; l'altro -"La ballata del Michè" (di Davide Lombardi)- ha coniugato l'arte pittorica alla drammatizzazione di un suicidio.
“Ballata per De André” per la Glitter, come per Angelina in “Volta la carta” (di Claudia Bagorda), è finito in gloria.

martedì 23 Maggio 2017

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Graziana Perrini
Graziana Perrini
6 anni fa

Brava Barbara