Spettacolo

La follia pirandelliana targata Glitter

Barbara Castellano
I "matti" dell'Ospedale Psichiatrico Pirandello
Dopo due anni dal successo a Track Zero i ragazzi di Teresa Cecere, diretti da Michele Savoia, ripercorrono le stanze dell'"Ospedale Psichiatrico Pirandello" / LE FOTO
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Tendenzialmente si è portati a pensare che qualcosa di già visto possa dare ben poco in più se poi viene riproposto. È un rischio da mettere in conto, una scommessa però sapientemente vinta dalla Glitter di Fasano di Teresa Cecere che ieri (25 marzo) al Teatro Sociale ha acceso nuovamente le luci nelle stanze dell'"Ospedale Psichiatrico Pirandello" che due anni fa, a Track Zero, contò circa 1200 spettatori. Lo spettacolo rientra nel bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri “Giovane bene comune – Spazio per la creatività giovanile" di cui l'associazione "Le Nove Muse" è capofila e di cui "Glitter S.a.s." è membro attivo.

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La pièce, ideata e diretta da Michele Savoia, ha stravolto il canovaccio originale proponendo al pubblico uno spettacolo che si allontana dagli schemi comuni del "luci spente, sipario, azione". La quarta parete non è mai esistita, così come non c'è stato alcun momento di transizione dalla presentazione della serata alla messa in scena, quasi a sottolineare che siamo tutti attori e siamo tutti matti. Luci accese per tutto il tempo in sala e personaggi che si sono mossi tra il pubblico inizialmente coinvolto anche sul palco. Sipario chiuso, sì, ma esclusivamente alla fine per la ribalta e i meritati applausi.

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Nel mezzo, i "matti". I matti alla ricerca di qualcuno che potesse ascoltare le loro ansie, le psicosi, qualcuno che potesse comprenderne le paure cui davano voce. La figliastra Simona Baccaro (da “Sei personaggi in cerca d'autore”), l'uomo dal fiore in bocca Matteo Di Tano (Romeo Daddi da "Non si sa come"), l'intrappolata Mariliana Petruzzi (da “La trappola”), il Vitangelo Moscarda di Giulio Sassanelli (da “Uno, nessuno e centomila”), l'ignota Gaia Cardone e la Donata Gensi di Veronica Calella (da “Trovarsi”) hanno scalpitato raccontando con intensità e follia e isteria  le proprie storie, che poi sono le storie di tutti.

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Questa è la pazzia maggiore: il riconoscersi in una frase o in un gesto di quelli che definiamo matti. Pirandello -quest'anno si festeggiano i 120 anni dalla sua nascita- con il suo relativismo esistenziale ci forza ad ammettere quanto labile sia il confine tra normalità e follia. Ci forza a passare dal "comico" (l'avvertimento del contrario) all'"umoristico" (il sentimento del contrario), dalla grassa e facile risata al sorriso riflessivo. E quasi c'è un pizzico di invidia per quei pazzi che «costruiscono senza logica, beati loro. O con una logica che vola leggera come una piuma».

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domenica 26 Marzo 2017

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