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Zaccaria avanti tutta

Graziana Lacirignola
Consiglio comunale
Il barometro politico fasanese non segnala alcuno scossone: l'amministrazione naviga senza incontrare ostacoli sul suo percorso
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Alle 16 di ieri, martedì 22 maggio 2018, orario previsto per l’inizio del Consiglio Comunale, è stato il consigliere pentastellato Raffaele Trisciuzzi, insieme a pochi altri esponenti dell’opposizione, a garantire il quorum strutturale, cioè il numero legale, per la validità dell’assemblea.

Che non sia la stessa maggioranza ad assicurare il numero legale di una assemblea comunale politicamente significativa per i suoi contenuti (ieri si approvava, tra l’altro, il bilancio consuntivo 2017), non fa onore ad alcuni suoi componenti, la cui iniziale assenza denota quantomeno una mancanza di rispetto della funzione e in generale di senso civico.

Al di là della discussione in merito all’approvazione del Bilancio, avvenuta con 14 voti favorevoli, 4 contrari e 1 astenuto (Vito Bianchi) o dell’aggiornamento del piano urbano del traffico (resosi necessario a seguito del finanziamento ottenuto dal Comune per la realizzazione delle piste ciclabili – circa 742.000 euro – insieme ad altro finanziamento per la realizzazione della biblioteca di comunità – circa 2 milioni di euro ) votato all’unanimità, oppure degli altri punti all’ordine del giorno, il messaggio che trasmette a chiare lettere il Consiglio Comunale fasanese è l’assoluta mancanza di quella dialettica politica che dovrebbe trovare campo fertile proprio in occasione delle sedute consiliari.

Un’opposizione che si riduce ormai unicamente alle “requisitorie” del pentastellato Trisciuzzi e agli interventi del Leghista Antonio Scianaro, che si barcamenano come dei Don Chisciotte tra mozioni e interrogazioni che, a loro dire, non ricevono risposte esaustive da un’amministrazione accusata più volte dagli stessi consiglieri di essere poco inclusiva.

Alcuni sedicenti oppositori sembrano, addirittura, fuggire dal loro ruolo, prediligendo in taluni casi condividere palcoscenici e applausi con esponenti di forze politiche opposte o in altri, come nel caso di Fanelli, Pagnelli e Zizzi, in trepidante attesa di spostarsi tra i banchi della squadra avversaria.

Operazione quest’ultima che sfibrerebbe ulteriormente un’opposizione affidata, ormai, all’iniziativa poco incisiva dei restanti componenti.

L’ex Sindaco Di Bari, il quale, almeno per anzianità, dovrebbe rivestire il ruolo di capo dell’opposizione, dopo un breve periodo in cui sembrava intenzionato a dar battaglia all’amministrazione, ha perso smalto con il trascorrere dei mesi probabilmente per la mancanza al suo fianco di una squadra che coadiuvi il suo lavoro e alimenti in lui un entusiasmo che, in assenza di un ruolo istituzionale riconosciuto, fatica a restare vivo; i suoi sporadici interventi sono tesi più che altro a difendere l’operato della scorsa amministrazione dagli attacchi di quella vigente.

La consigliera Laura De Mola, la più suffragata della scorsa tornata elettorale, continua a rappresentare un “non pervenuto”, che sia presente o meno in aula.

Il suo nome, che campeggia in quasi tutte le manifestazioni pubbliche, sportive e non, sempre più spesso in coppia con quello di Fabiano Amati, non è segnalato in alcuna attività politica anche fuori dalle mura del Consiglio comunale, posto che nelle commissioni di cui dovrebbe/potrebbe far parte è sostituita da Di Bari.

“Non pervenuta” anche Gina Albanese che con Scianaro sembra ormai condividere soltanto l’eventuale assenso o dissenso sulle proposte dell’amministrazione.

Una parentesi a parte merita la consigliera Maria Rosaria Olive, che non manca di far sentire la sua voce, rendendo palese il suo impegno ad onorare la funzione attribuitagli dal voto dei cittadini, ma anche i suoi interventi (almeno in consiglio) non sono in grado di sortire alcun effetto in assenza di un gruppo che li sostenga.

Paradossalmente, a dare man forte all’opposizione è il Consigliere Vito Bianchi, che pur occupando ancora un posto nelle file della maggioranza, si astiene al momento del voto e continua a criticare l’operato della coalizione di cui fa parte. E la sua critica assume una valenza ancora più pregnante quando prende la parola dopo la relazione del “suo” assessore Annarita Angelini, puntualizzando le mancanze di cui l’amministrazione, a suo modo d’intendere, sarebbe responsabile.

Dall’altra parte della barricata vi è una maggioranza che sembra aver incassato proprio in questi ultimi giorni alcuni punti a suo favore con la diminuzione degli importi Tari per i cittadini e con la possibilità di dotare la città di una pista ciclabile che colleghi Piazza Ciaia alla stazione di Fasano, e di una nuova biblioteca di comunità grazie ai finanziamenti ottenuti.

Ma non sono tutte rose e fiori per l’amministrazione, che si trova a fare i conti con la necessità di un rimpasto della giunta e di un nuovo assetto strutturale dovuto all’eventuale ingresso di Fanelli, Pagnelli e Zizzi nella maggioranza.

I tre consiglieri anche ieri hanno ripetuto il copione recitato negli scorsi consigli, facendo registrare la loro presenza in aula (e garantendo il numero legale per la validità dell’assemblea) e abbandonando subito dopo l’assise comunale.

Un allargamento che, tuttavia, non gode del consenso unanime dei gruppi che compongono la maggioranza, in quanto un aumento del numero dei consiglieri al suo interno diminuirebbe il “peso specifico” e il potere di interdizione di ciascuno di essi.

Se il “rassemblement” dovesse realizzarsi, la città si troverebbe con un assetto del Consiglio comunale fortemente divergente dalla volontà espressa dai cittadini con il voto del 2016: una maggioranza molto più ampia nei numeri, ma con un chiaro deficit di consenso (almeno in teoria, nel senso che le nuove aggregazioni non rifletterebbero certamente il volere dei cittadini espresso nell’urna) ed una minoranza ridotta all’osso, composta da anime assai diverse tra loro per estrazione culturale e politica, incapace della benchè minima coesione.

mercoledì 23 Maggio 2018

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