Cultura

Maria De Mola in un viaggio tra mito e arte per raccontare la melagrana

Marzia Perrini
La melagrana
Si è tenuto ieri, 23 novembre, il discorso della docente Maria De Mola dal tema "La melagrana, tra mito e arte", organizzato dall'associazione "Pro Selva"
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Un frutto simbolo della passione e dell’oltretomba, ricco dinmille interpretazioni contrastanti ma complementari, che fin dai tempi piùnantichi è stato protagonista dell’arte e non solo: la melagrana. Ènproprio di questo che si è parlato ieri, 23 novembre, nella sala dei congressindella biblioteca comunale “Ignazio Ciaia” con un ricco discorso tenuto dallandocente Maria De Mola, dal titolo “La melagrana, tra mito e arte.” L’evento ènstato organizzato dall’associazione “Pro Selva” e inserito all’interno delncalendario invernale delle iniziative.

Dopo l’introduzione dell’assessore Annarita Angelini e dinAnnamaria Toma, la De Mola ha subito spiegato le motivazioni alla base delnlavoro prodotto, che sono anche personali, partendo dal nostro dialetto e dallenorigini. Infatti il termine dialettale per indicare la melagrana richiama unanfamosa città della Turchia, Side, il cui simbolo è proprio il tanto amatonfrutto, nato sul Caucaso e diffusosi in seguito verso l’India e nel Bacino delnMediterraneo.

A cominciare dunque dal mondo classico, ma senza seguire unnpreciso odine cronologico, la docente ha fatto immergere i suoi ascoltatori innun percorso per ambiti, aiutandosi con le immagini proiettate: da Atene e lenmonete greche, testimonianza del profondo legame tra la città e il frutto, allanletteratura greca e latina, ma anche italiana con Carducci e Neruda, che ne hansempre parlato molto esaltandone bontà, bellezza e colore. Ma la cosa davveroninteressante è che accanto alla bellezza rappresenta anche la morte, lancontinuità della vita, e celebri sono il mito greco di Persefone e del dionBacco e gli affreschi dentro i sarcofagi egizi raffiguranti proprio lanmelagrana.

L’intero discorso è stato un vero e proprio viaggio, poiché ilnfrutto che rimanda alla passione e alla morte è davvero ricorrente in ogni secolone area geografica. Rappresenta, inoltre, una simbologia straordinaria nel mondonebraico, dato che numerose volte compare nell’Antico Testamento e il 4nsettembre (Capodanno ebraico) ci si serve di esso per festeggiare. Ma i simbolina cui allude sono infiniti, e tra i più importanti è d’obbligo menzionare ilnpotere, vi erano infatti scettri che riproducevano la melagrana e l’albero delnmelograno contraddistingueva un ceto sociale raffinato, e l’unione dello stato,ncome testimonia la pittura fiamminga che ritrae l’imperatore Massimiliano I.

In conclusione, Maria De Mola si è trasferita completamentennel suo campo mostrando quadri prima dalla simbologia cristologica e poi con lannatura morta. Per i primi, importanti sono le varie Madonne del melograno rappresentatenda Raffaello, Leonardo Da Vinci, Botticelli, Pier Francesco fiorentino o danpittori fiamminghi, mentre per i secondi tante sono le raffigurazioni contenentinla melagrana, dalle più classiche a quelle folli di Salvator Dalì.

Dunque attraverso interessanti e profondi collegamenti landocente è riuscita a catturare l’attenzione, facendo rivivere, tra i miti e l’arte,ngran parte del mondo antico che è la chiave e l’inizio di tutto, ma spesso nonnsi considera.

venerdì 24 Novembre 2017

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