Cultura

La Madonnina delle Rose, il Campetto Polivalente e l’avv. Vito Ventrella

Massimo Vinale
La Madonnina delle Rose dopo il restauro
La rubrica Social Politik di Massimo Vinale dedicata questa volta a "Storie di vita quotidiana all'Istituto Latorre"
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Sul finire del 2014, la “vecchia” Madonnina che dimora nella zona retrostante la facciata principale dell’Istituto “Latorre”, e dunque con vista da via Contardo Ferrini, è priva di mani ed usurata dal tempo e dall’incuria degli uomini. In particolare, il volto della Vergine sembra essere danneggiato dalla mano dell’indifferenza. Si tratta di una statua in pietra della seconda metà degli anni ’50 del secolo scorso. Il restauro, finanziato con fondi privati e non già dell’ASP, viene affidato alla dott.ssa Stefania Calefati, laureatasi all’Accademia delle Belle Arti di Lecce col massimo dei voti e con specifica specializzazione, appunto, in restauro e decorazione.

Quando Gianfranco Vinale e Giuseppe Caramia, fratello maggiore dello scrivente il primo e collaboratore scolastico del “Plesso Latorre” il secondo, durante le vacanze di Natale, gratuitamente, rimuovono la statua e il suo pesante basamento per trasferirla nel laboratorio della dott.ssa Calefati, una signora che quotidianamente saluta Maria Vergine da via Contardo Ferrini, incontrando il presidente dell’ex ASP “Canonico Rossini”, l’avv. Vito Ventrella, lo aggredisce verbalmente, destinandogli improperi di ogni sorta, confondendolo, però, con il presidente dell’ex ASP “Latorre”. La signora, con forza, lamenta al presidente Ventrella la rimozione della Madonnina. Il Presidente del “Rossini” non sa cosa stia accadendo; suo malgrado si giustifica ipotizzando lavori di restauro e non sbaglia.

La signora intima al malcapitato Ventrella di ricollocare la Madonnina nello stesso luogo dal quale è stata rimossa. Lei, da bambina, riferisce, ha vissuto all’Istituto “Latorre” e, quotidianamente, recitava una preghiera alla Mamma Celeste, per sperare in un futuro migliore. Sebbene la signora sia passata dalle preghiere alle imprecazioni, l’avv. Ventrella fa spallucce e, a sua volta, impreca nei confronti del presidente del “Latorre”, in quanto responsabile della rimozione.

Sull’argomento, Social Politik tornerà a riferire, anche per dare testimonianza di una ulteriore imprecazione della stessa nei confronti del presidente Ventrella, reo a suo dire di non aver saputo spiegare nulla e di essersi spacciato per il Presidente dell’Istituto “Latorre” … . Della serie: «Grazie Mario!» (dal film Non ci resta che piangere, regia di Roberto Benigni e Massimo Troisi, 1984, scena “Varesina dialoga con Saverio e Mario nella macelleria”).

Sta di fatto che sul finire del 2014 cominciano i lavori di restauro della Madonnina che dagli anni ’50 del secolo scorso veglia sui minori ospiti dell’Istituto “Latorre” di ogni tempo. Posta nel giardino posteriore dell’ASP, la Madonnina, come già osservato, manca di una mano, mentre l’altra è in uno stato assolutamente precario. In particolare, il volto della Vergine è fortemente danneggiato dalla mano dell’indifferenza. Dallo studio operato dalla dott.ssa Calefati, emerge che si tratta di una statua in pietra della seconda metà degli anni ’50 del Novecento. Il bianco integrale che ricopre la Madonnina non corrisponde agli originali colori.

Scrive, tra l’altro, la Restauratrice nella sua relazione tecnica: «Ho accertato (…), secondo alcuni parametri standard, il tipo di materiale che compone la statua; ho scelto la tecnica di intervento. Sul modello della mano destra, ho creato d’argilla la mano mancante; mano sinistra e mano destra sono state poi fissate sul corpo della Madonnina mediante una struttura interna in ferro. L’operazione seguente ha visto l’asportazione del vecchio colore e materiale improprio. L’intervento si è reso necessario, al fine di riportare al suo stato originario la figura e la sua base, anch’essa in pietra, ridandole l’antica colorazione, conforme alla sua denominazione di Madonna Immacolata».

Circa l’ultima fase del restauro, la dott.ssa Calefati precisa: «Quest’ultima fase è stata curata in accordo con il committente (…). Insieme, abbiamo strutturato le tonalità, tenendo conto della reale colorazione della Madonna Immacolata e del gusto personale del finanziatore». Oggi, una nicchia realizzata dalle sapienti mani dell’artigiano Giuseppe Amati protegge la restaurata Madonnina. Sulla nicchia in tufo ricoperta di calce bianca campeggia la seguente dicitura: «La Madonnina delle Rose, Patrona dei Bambini e delle Anime Belle».

Sta di fatto che il 21 marzo 2015, con l’inizio della primavera, il Priore di Fasano, don Sandro Ramirez, benedice il restauro della “Madonnina delle Rose” e tiene a battesimo il Campetto Polivalente denominato, appunto, “Madonnina delle Rose”. L’iter di quest’ultima fondamentale opera ha avuto inizio il 21 giugno 2014, quando con delibera n. 64/2016, l’ex ASP “Canonico Latorre” destina l’avanzo di amministrazione dell’esercizio 2013: circa 37 mila euro. Dopo due mesi, l’8 agosto esattamente, il Consiglio di Amministrazione dell’ASP di via Nazionale dei Trulli procede all’approvazione degli atti tecnici in uno con la procedura di gara, recante, ovviamente, un avviso pubblico alle imprese. Espletate le richiamate procedure, i tecnici e l’impresa aggiudicataria possono procedere, finalmente, alla realizzazione dell’opera, tanto cara e tanto attesa dai ragazzi del “Latorre” di ogni tempo.

Una partita di calcetto tra il Consiglio di Amministrazione dell’ASP e una rappresentativa del Consiglio comunale della Città di Fasano fa da vernice al campetto polivalente, denominato “Madonnina delle Rose”, poiché posto sotto lo sguardo materno della restaurata Madonnina. Anche i minori ospiti dell’ASP si misurano con i figli dei dipendenti comunali, ufficio servizi sociali. Data l’importanza dell’appuntamento, le note della Banda “Santa Cecilia” di Fasano accompagnano la cerimonia. All’inaugurazione del campetto e alla benedizione della “Madonnina delle Rose” non può mancare la signora delle imprecazioni. Anche nella circostanza, ha modo di incontrare l’avv. Ventrella; ma invece di scusarsi con il presidente del “Rossini”, lo “carica” di nuovi improperi per essersi spacciato, a suo dire, per il Presidente del “Latorre”. “Grazie Mario!”.

domenica 25 Giugno 2017

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