Cultura

Identità e rinascita nel libro “Io e Anastasia”

Rosachiara Monopoli
Presentazione del libro "Io e Anastasia"
Ultimo evento della rassegna "Laboratorio in festa": l'autrice Uma Gusmirovic si racconta nella cornice del chiostro dei Minori Osservanti / LE FOTO
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È una storia travagliata, un romanzo di formazione che racconta un percorso di crescita e definizione della propria identità, quello di Uma Gusmirovic presentato ieri sera, 1° aprile, nel chiostro dei Minori Osservanti di Fasano.

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La presentazione ha concluso la rassegna “Laboratorio in festa”, cui hanno preso parte tutte le associazioni culturali e le scolaresche del territorio al fine di «promuovere l’incontro tra culture diverse e l’integrazione, attraverso un ponte di conoscenza, dialogo e scambio culturale» ha spiegato ad inizio serata Gianluca Carbonara, referente del Laboratorio.

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Sono stati quindi l’editore del libro Alessandro Labonia (Planet Book, casa satellite della CSA editrice), l’assessore alla cultura Annarita Angelini e il prof.re Vito Bianchi a lasciar «fluire», attraverso le domande ad Uma, il racconto sull’autrice, sulla sua vita, sui personaggi del suo libro, in un clima caldo e affettuoso testimone di un’integrazione ormai pienamente realizzatasi nella costruzione di un’identità collettiva.

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Il numeroso pubblico ha conosciuto quindi Uma, montenegrina, arrivata in Italia per amore quando non si riconosceva più nel suo paese turbato dalla guerra, e che, partendo da un lavoro come cassiera in un supermercato è riuscita a laurearsi in economia per diventare poi mediatore interculturale e linguistico. «All’inizio ho provato due assenze forti» – ha raccontato con emozione – «quella del mio paese d’origine dal quale mi sentivo strappata, e quella di un tessuto sociale di riferimento nel paese in cui mi trovavo a vivere». 

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«Ma alla Puglia devo molto» – ha continuato, parlando di una gente accogliente e che ama i piaceri della vita per poi riflettere sulle diversità (a partire dagli orari del pranzo) con lo stupore e il sorriso che «abbattono i muri».

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L’assessore Angelini, che si è detta onorata di «presentare un libro scritto da una donna, che narra una storia di donne, godendo del punto di vista privilegiato di chi ha conosciuto e apprezzato Uma attraverso il suo libro, prima ancora che di persona», ha guidato il racconto della trama del libro e delle due protagoniste, Katarina, donna madre, incastrata in un matrimonio soffocante, sofferente per le durezze della vita, e Anastasia, il suo «doppio più consapevole» come lei la definisce o «la sua chiamata alla vita» con le parole della stessa Uma, aiutando l’autrice a spiegare  la sua vita e la sua passione di scrivere «per il piacere di farlo».

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La conversazione ha quindi toccato varie tematiche, dal matrimonio al valore della favola come «strumento più antico attraverso il quale avvengono i processi evolutivi iniziatici per conoscere se stessi» (Uma), dalla storia fasanese dei primi anni ’90 tra contrabbando ed immigrazione al senso di alienazione di tutti coloro che si sentono stranieri, perché, «sentirsi stranieri è uno stato mentale, non fisico».

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Una serata ed un libro, quindi, come ha affermato Labonia, che «ci invitano a riflettere, in controtendenza rispetto ad una società che ci vuole sempre più apatici» e a lasciarci andare per diventare, senza costrizioni, «la pianta che siamo».

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domenica 2 Aprile 2017

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