Cultura

Gina Pentassuglia, digital artist di un film nominato agli Oscar 2017

Ilaria Potenza
Gina Pentassuglia
Da Fasano alla "Moving Picture Company" di Londra: è nel cast tecnico de "Il libro della giungla" nominato agli Oscar per gli effetti speciali
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Gina Pentassuglia è una digital artist e crowd technical director fasanese che da sei anni lavora per MPC (Moving Picture Company) di Londra. Dopo la laurea in Informatica conseguita presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” si occupa di creare coreografie di grandi masse di agenti virtuali al computer in una delle compagnie leader nel settore degli effetti speciali e della post-produzione. Maleficent (2014), American Sniper (2014), Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte II (2015), Ghostbusters (2016), King Arthur: Il potere della spada (2017) sono solo alcuni dei titoli che figurano nella sua filmografia. Ma l’attenzione e il nostro tifo questa notte saranno rivolti a Il libro della giungla (2016) diretto da Jon Favreau. Il film ha incassato quasi un miliardo di dollari sorprendendo per i suoi effetti visivi e per gli animali ricreati con una Computer Generated Imagery (applicazione nella computer grafica per la resa degli effetti speciali) impeccabile: dopo ben 5 VES awards (Visual Effects Society), il kolossal si prepara a vivere la sua notte degli Oscar 2017 nominato, insieme a Deepwater:Inferno sull’oceano, Doctor Strange, Kubo e la spada magica, Rogue One: A Star Wars Story,  per i migliori effetti speciali.
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nGina, proviamo innanzitutto a riassumere il tuo percorso di studi e di formazione fino al tuo incarico alla MPC di Londra.
nIl mio percorso formativo per poter approdare nel settore degli effetti speciali per il cinema è stato atipico. Normalmente si frequentano scuole o corsi specializzati, ma nel mio caso non è stato così. Mi sono diplomata in Perito Tecnico Commerciale e Programmatore presso l'Istituto Tecnico Commerciale “G. Salvemini”, successivamente mi sono trasferita a Bari dove ho conseguito la laurea triennale e specialistica in Informatica.
nL'Università di Informatica non offre corsi specializzati in computer grafica, ma la mia passione per il cinema mi ha spinto a studiare da autodidatta e mi ha guidato nella scelta della tesi di laurea, che è il vero motivo per cui oggi lavoro all’estero. Per la mia tesi ho creato un programma per generare delle folle virtuali autonome e, pubblicando il mio lavoro online su un forum frequentato da artisti italiani che lavorano nel settore, sono stata segnalata tramite un mio ex collega al dipartimento di crowd in MPC. In quel periodo stavano cercando artisti da assumere come crowd TD (Technical Director, ovvero responsabile tecnico) per lavorare al film World War Z con Brad Pitt. Dopo alcune settimane dalla mia laurea sono stata invitata per un colloquio, mi hanno proposto un contratto di un anno e da allora sono trascorsi quasi 6 anni qui nella capitale del Regno Unito.

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Per essere realmente spendibili e competitivi nel tuo ambito lavorativo ritieni necessario lasciare l'Italia?
nCredo che i finanziamenti per produrre film, e relativi effetti speciali, siano molto più numerosi all’estero che in Italia. Questo comporta un maggior numero di aziende che lavorano nel settore del cinema e una maggior richiesta di manodopera specializzata. Alla fine di un progetto quindi si ottiene una esperienza più completa che viene riconosciuta e valutata molto a livello internazionale: per cui sì, credo si debba lasciare l’Italia.
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nSi dice che in questo campo gli italiani siano molto apprezzati. Perché secondo te?
nPerché sappiamo fare di necessità virtù! Mi spiego meglio. In Italia si richiede ad un artista di effetti speciali di essere quello che gli inglesi definiscono generalist, cioè qualcuno in grado di ricoprire più ruoli che nelle grandi compagnie sono distribuiti tra diversi artisti specializzati. Questo significa che conosciamo sia l’iter creativo di un effetto speciale, sia che siamo capaci di risolvere piccoli problemi in autonomia senza dipendere dagli altri.
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nCi sono diverse tipologie di effetti speciali: tu di cosa ti occupi principalmente e in cosa sei specializzata?
nIo mi occupo esclusivamente di creare coreografie di grandi masse di agenti virtuali al computer, per esempio eserciti, cittadini, animali, zombie, astronavi, automobili, in modo da rendere le loro azioni plausibili e realistiche, rispettando l’idea del regista. Ho realizzato eserciti di soldati per Exodus: Dei e re, Malefica e 300: La nascita di un impero</strong>; zombie per World War Z</strong>; battaglie tra navicelle spaziali per Guardiani della galassia</strong>; militari per American Sniper e Hunger Games: Il canto della rivolta – parte II</strong>; cittadini per Cenerentola e X-Men: Apocalisse</strong>; fantasmi per Ghostbusters e animali vari per La leggenda di Tarzan, Paradise Beach – Dentro l'incubo e Il libro della giungla.
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nCome si potrebbe spiegare tecnicamente l'elaborazione degli effetti speciali a noi profani in materia ma innamorati del cinema?
nBella sfida, ma proviamo con un esempio: il film prevede una scena in cui l’attore principale entra in uno stadio gremito di gente e la folla lo esulta. Si parte con la scena ripresa nello stadio e l’attore in primo piano che sorride a… nessuno, perché lo stadio è vuoto.
nIl mio compito sarà quello di creare una folla virtuale nello stadio. Per ricreare la folla virtuale ricevo una serie di elementi fatti da altri artisti: un artista ricrea il modello virtuale dello stadio, un altro crea il modello 3D degli spettatori, un altro dipinge i loro volti, c’è chi ricrea gli stessi movimenti della macchina da presa ma nello spazio virtuale e chi crea diverse animazioni degli spettatori. Dopo aver ricevuto tutti questi elementi, posso posizionare gli spettatori sugli spalti, variandone i vestiti e le animazioni, e facendoli esultare nel momento esatto in cui l’attore principale entra in campo, magari partendo da quelli più vicini a lui e finendo con quelli più lontani. Quindi il risultato di questa mia simulazione, dopo essere stato supervisionato e approvato, viene poi illuminato e inserito nella scena finale da altri artisti.
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nIn quale direzione sta andando il mondo degli effetti visivi? Puoi svelarci quali sono le sue nuove frontiere?
nL’imperativo per tutti è avere risultati sempre più dettagliati, in meno tempo e a costi inferiori, quindi non si smette mai di fare ricerca. La realtà virtuale ad esempio oggi è diventata più accessibile non solo nel settore professionale, ma anche in quello dell’intrattenimento. Questa permette un’esperienza più completa per uno spettatore, ma anche per un regista: con i film che richiedono effetti visivi sempre più complessi, il regista può adesso calarsi virtualmente nelle scene che ha immaginato decidendo come riprendere gli ambienti e i personaggi in modo molto più efficiente e immediato.
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nSecondo te c'è un film in particolare che ha rivoluzionato la percezione stessa degli effetti speciali? Hai un tuo personalissimo "cult di ispirazione"?
nCi sono moltissimi film che hanno rivoluzionato la storia degli effetti speciali, potrei suggerire Avatar, ma l’elenco è davvero lungo. Il mio personalissimo cult di ispirazione è la trilogia Il signore degli anelli di Peter Jackson, perché mi ha spinto a intraprendere questa carriera e mi ha ispirato per il mio attuale ruolo di Crowd TD. Quando ammiravo estasiata quelle scene di battaglie con migliaia di cavalieri e creature ho capito cosa avrei voluto fare “da grande”.
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nTra le tue ultime produzioni c'è "Il libro della Giungla". In che modo la CGI (Computer Generated Imagery) è riuscita a colmare in modo efficace il divario tra fantasia e realtà?
nIl libro della giungla, pur restando molto fedele al cartone originale Disney, ha molti elementi che lo rendono realistico, ma con un tocco di fantasia. Tutti gli elementi della foresta e gli animali sono visivamente realistici, ma sono volutamente molto più grandi rispetto a Mowgli per accentuare la sensazione nello spettatore di vedere un ragazzino disperso in una grande foresta. Anche il volto di Baloo, reso realistico come un vero orso, è stato volutamente modificato per renderlo un po' più somigliante all'attore Bill Murray che gli prestava la voce. Inoltre alcune sequenze hanno una scelta cromatica alterata per accentuarne la drammaticità o la serenità.
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nCon un'innovazione tecnica di animazione fotorealistica siete riusciti a costruire intorno all'unico attore in carne e ossa Neel Sethi (Mowgli) gli altri protagonisti animali "digitali". Qual è stato il più appassionante da realizzare? 
nIl personaggio che ho trovato più interessante è stata la tigre Shere Khan. Ogni singolo dettaglio era davvero molto curato, come l’orribile cicatrice sull'occhio che la distingue dagli altri animali.
nDici bene, in Jungle Book tutto l'ambiente e tutti i personaggi, tranne l'attore che interpretava Mowgli, sono stati completamente realizzati al computer. Inoltre per alcune scene l'attore veniva sostituito totalmente o parzialmente con una versione digitale. Un esempio è quello di Mowgli mentre canta seduto sulla pancia di Baloo, dove le gambe dell'attore sono digitali per migliorare la dinamica fra l’attore, l'acqua del fiume e il pelo bagnato dell'orso.
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nAll'interno delle nomination agli Oscar di quest'anno, oltre a "Il libro della giungla" per cui facciamo il tifo, quale film tra gli altri quattro meriterebbe la vittoria e perché?
nGrazie per il sostegno. Posso dire che Il libro della giungla ha già vinto 5 VES awards, un Bafta come migliori effetti speciali ed un Annie awards, insomma mi sento già molto soddisfatta. Sinceramente gli effetti speciali dei film nominati sono molto belli e ben fatti. Se dovessi scegliere un film probabilmente sarebbe Kubo e le due stringhe, perchè adoro i film realizzati in stop motion, cioè con la tecnica in cui gli artisti mettono in posa delle marionette fatte di plastilina o di plastica, e le fotografano: ripetono il processo modificando la posa di pochi millimetri fino ad ottenere un’animazione completa.
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nUna curiosità: per chi lavora come te ogni giorno agli effetti speciali che rapporto si ha poi con il cinema? Perde un po' la sua magia?
nPurtroppo sì, il cinema perde un po' della sua magia in quanto vedo in anticipo le riprese e, in alcuni casi, anche le scene finali. Molto spesso però noi lavoriamo solo ad una parte degli effetti speciali di un film, quindi non ho mai una visione completa del film. Comunque vado sempre con piacere al cinema, un po’ per vedere i risultati di tante ore di lavoro e poi per godermi il film.
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nLavorando a quale film o progetto passato ti sei maggiormente divertita? Puoi rivelarci qualche anticipazione sui tuoi lavori futuri?
nIl film più interessante al quale ho lavorato è stato World War Z. Questo è stato il primo progetto a cui ho partecipato e richiedeva delle simulazioni di folle che non avevo mai fatto prima di allora: è stata una grande sfida per me. Non posso rivelare qualcosa che la mia azienda non abbia già annunciato, come puoi ben immaginare. Posso dirti che ho lavorato ai film Ghost in the Shell, di cui sono fan, l’ultimo capitolo de Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar, King Arthur: Il potere della spada e Wonder Woman.

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domenica 26 Febbraio 2017

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