Cultura

Successo per l’incontro sul pittore Ernest Verner al Teatro Sociale

Mariagrazia Semeraro
da sinistra
"Bentornato, Verner" con amici, pittori e studiosi per conoscere la biografia e le opere dell'artista che soggiornò a Fasano dal 1973 al 1997. In estate, sono previste mostre temporanee con le sue opere / LE FOTO
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Le iniziative messe a punto dall’Amministrazione comunale con l’associazione culturale “Amici di Ernest Verner” e l'I.I.S.S. “Leonardo da Vinci” in occasione del ventennale della scomparsa di Ernest Verner (pseudonimo di Werner Scheitlin), pittore di origine ceca che dal 1973 al 1997 ha vissuto a Fasano, sono cominciate con “Bentornato, Verner”, al Teatro Sociale giovedì 23 febbraio.

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L’evento, organizzato in collaborazione con l'associazione culturale “Le Nove Muse” e moderato da Angelica Sicilia, vicepresidente del sodalizio organizzatore, era incentrato sulla biografia, sulla personalità e sullo stile delle opere di Verner, attraverso il racconto di amici, pittori e studiosi.

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La serata è cominciata con un omaggio musicale di Adalisa Castellaneta, musicista cui Verner s'ispirò in alcune opere dedicate alla musica. «Io sono stata la sua musa e adesso lo sarà lui per me» ha dichiarato improvvisando un brano alla chitarra. Sullo sfondo, un quadro di Verner che la raffigura.

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Maria Stella Carparelli, dirigente scolastico dell'istituto “L. da Vinci” è intervenuta per esprimere l’importanza che riveste Verner in questo anno scolastico «in cui 120 studenti del Liceo tra i 16 e i 19 anni hanno aderito a varie iniziative con l’obiettivo di conoscerlo per tramandare la sua storia e le sue opere». Per la dirigente, questo rappresenta «solo l’inizio di una collaborazione proficua con l’Amministrazione comunale e il sodalizio “Amici di Ernest Verner"».

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L’assessora alla cultura Annarita Angelini ha raccontato il suo viaggio lo scorso novembre a Wil in Svizzera, con il sindaco Francesco Zaccaria, per ritirare le opere di Verner donate dal fratello Walter alla città di Fasano. «È stato emozionante – ha ammesso – perché Walter è un ultranovantenne energico e vitale che vive in una casa museo, tra pezzi di arte di ogni periodo, non solo contemporaneo. Ha quadri anche in bagno e in cucina, dorme tra quadri e sculture. Alla fine ci ha regalato più opere di quelle promesse.»

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L’assessora ha anticipato che in estate ci saranno uno o due appuntamenti con mostre temporanee per esporre le 29 opere di Verner ricevute «ma l’obiettivo è lavorare per uno spazio permanente destinato a queste opere, dall’immenso valore affettivo prima ancora che economico».

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Era presente all’incontro Annalucia Leccese, presidente dell'associazione “Amici di Ernest Verner”, che ha dichiarato che il suo sentimento per le opere e la vita di Verner da curiosità si è trasformato in amore.

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Agnese Gianeselli, storica dell'arte, ha presentato una disamina dello stile delle opere. «Un uomo dalla estrema complessità – ha spiegato. Verner è stato dapprima attratto dalla realtà, con opere dalla forte influenza impressionista, ma è stato anche un simbolista dove emergeva spesso il rapporto tra uomo e natura. Passava dall’arte impegnata con una intenzionalità immediata a un’arte incomunicabile, dove esprimeva il non detto.»

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I racconti sono stati intervallati dall’anteprima di uno spettacolo che andrà in scena il prossimo giugno al Teatro Kennedy, realizzato dagli studenti del “Da Vinci” e da un video che ripercorre la sua storia, il suo errare tra Parigi, Bruxelles, Firenze, l’arrivo a Fasano quando fu aperto lo zoo, così che Verner poté vivere con la sua leonessa Sciù-Sciù, regalatagli da alcuni pescatori qualche anno prima e che è rappresentata in molti suoi quadri.

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Dalle parole degli amici, Giovanni Quaranta, esecutore testamentario del pittore, Franco Lisi, giornalista e autore di alcuni scritti su Verner che lo conobbe nel 1974, Arben Shira, pittore che frequentò Verner come amico negli ultimi anni di vita, emerge un uomo burbero, difficile, che passava facilmente dalla diffidenza all’ira, ma amante degli animali, tanto da essere nominato socio onorario da Enpa, WWF e Greenpeace. «La sua vita era segreta» ha raccontato Quaranta, che nel 1998 organizzò nel Palazzo Pezzolla una mostra con 152 opere di Verner, andate tutte vendute.

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«Dipingeva sempre ma vendeva poco» ha concluso Arben Shira, ricordando però la gioia di Verner per il suo quadro più pagato e commissionato proprio a Fasano da Don Matteo Colucci.

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venerdì 24 Febbraio 2017

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