I tempi cambiano e la qualità resta, anzi è garantita nel tempo. Da Monsignore in cantina l’avanzamento tecnologico tiene il passo coi tempi, al fine di consentire sempre maggiori risultati qualitativi, infatti, attraverso la velocizzazione del periodo di lavorazione e con l’ausilio di attrezzature e macchinari all’avanguardia, i prodotti raggiungono sempre migliori qualità organolettiche.
Giovane come realtà nel campo vinicolo e con tante aspettative, l’azienda ha perfezionato i metodi utilizzati per la trasformazione dell’uva in vino. Alla base della qualità, per Monsignore c’è da sempre la selezione delle migliori partite di uva in campo, l’oculata scelta dell’epoca di vendemmia col mostimetro di Babo alla mano, poi il conferimento del prodotto appena raccolto in cantina e le varie fasi di lavorazione. La diraspatura, finalizzata all’eliminazione del grappolo dagli acini di uva, a cui segue la pigiatura per l’estrazione del mosto, la storia ci racconta di donne che ballavano con i piedi a suon di musica, da Monsignore, dapprima con l’utilizzo di torchi in legno, ed oggi con l’avanzatissima tecnologia della “pressa soffice”, un investimento atto migliorare ulteriormente la qualità del mosto da mandare in fermentazione per i rossi e lavorare subito per i bianchi e rosati. Poi ci sono i vinificatori a temperatura controllata, ad ospitare il mosto, a cui segue la conservazione dei vini, stoccati all’interno di serbatoi in acciaio inox, sotto l’occhio esperto della famiglia Barnaba, supportata costantemente da un enologo di comprovata competenza.
È tempo di vendemmia, non Vi resta che visitare la cantina, situata nell’omonima contrada fasanese a Pezze di Greco, per toccare con mano e prendere parte alla grande festa del vino, oltre che assaggiare i vini della carta Monsignore.