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Xylella: uso di fitofarmaci, possibili conseguenze sulla salute e sull’ambiente

La Redazione
Moria Api
La difesa fitosanitaria per combattere la Xylella Fastidiosa è incentrata sull'uso di fitofarmaci chimici che potrebbero causare a loro volta effetti negativi sull'ambiente, sulla produzione agricola e sulla salute dei cittadini
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Il decreto Emergenza Xylella 2018, a firma del Ministro Martina, che obbliga i proprietari dei terreni siti nella cosiddetta Zona cuscinetto (tra cui anche Fasano) all’estirpazione delle piante infette e di tutte le piante ospiti del batterio (presenti nel raggio di 100 metri dalla pianta infetta), al diserbo attraverso lavorazioni superficiali (aratura, trinciatura, fresatura) di tutti i terreni ed al successivo utilizzo di diserbanti e trattamenti insetticidi con efficacia nei confronti della sputacchina, sta alimentando un’accesa discussione.

Chi si oppone alle misure adottate per arginare il problema della Xylella ritiene che l’obbligo del diserbo entro il 30 aprile avrà conseguenze enormi sulle popolazioni di insetti impollinatori, che non avranno più a disposizione il polline prodotto dalle piante spontanee per nutrirsi. Il numero di individui all’interno di ciascuna popolazione diminuirà e questo avrà conseguenze anche e soprattutto sulla produzione delle piante da frutto come pesco, albicocco, susino, ciliegio, mandorlo, pero, ecc.

Inoltre il successivo obbligo del trattamento insetticida con Acetamiprid e Imidacloprid (molecole appartenenti alla classe dei Neonicotinoidi) in un’area così estesa che va da Santa Maria di Leuca fino alla provincia di Bari, causerà la morte degli insetti impollinatori soprattutto api e bombi.

Questo problema, in realtà, era già stato sollevato dalla Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) 10 anni or sono, quando aveva lanciato una moratoria per poter affrontare il problema della moria di api.

Anche in quella circostanza, sotto accusa erano finiti proprio i fitofarmaci contenenti Neonicotinoidi che, in via precauzionale, furono sospesi.

La Cia pose l’accento sull’allarmante situazione perché le api contribuiscono per l’80% all’impollinazione delle coltivazioni.

Secondo chi contesta l’utilizzo della “terapia d’urto” predisposta dal decreto Martina, verrebbero in rilievo anche altre importanti considerazioni: innanzitutto la sovraesposizione dei bambini ai Neonicotinoidi, potenti neurotossici che secondo l’EFSA – Autorità europea per la sicurezza alimentare – “possono avere effetti sul sistema nervoso umano nella fase di sviluppo”.

In secondo luogo, va considerato che il caldo, nell’imminente stagione estiva, favorirà l’evaporazione di ingenti quantità di acqua accumulata durante l’autunno e l’inverno dal terreno insieme a tutta una serie di sostanze derivanti dalla reazione chimica tra ciò che nel suolo è già presente da anni e le sostanze chimiche che si andranno ad irrorare in seguito a quanto disposto dal decreto.

Per chi volesse approfondire l’argomento alleghiamo alcuni link di riferimento

EFSA, 2013. Scientific Opinion on the developmental neurotoxicity potential of acetamiprid and imidacloprid.
http://www.efsa.europa.eu/it/efsajournal/pub/3471

Il Decreto pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
http://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2018/04/06/80/sg/pdf

giovedì 12 Aprile 2018

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