Ve lo mostra Fasanolive

Palazzaccio in via Garibaldi: dopo 20 anni arriva l’Aut Aut alla proprietà

Mariagrazia Semeraro
Ecomostro in Corso Garibaldi
Adesso il primo passo è assegnare alla proprietà una scadenza per decidere di portare a termine i lavori o demolire la struttura
scrivi un commento 30

È lì da oltre 20 anni ed è difficile non definirlo un ecomostro: è il palazzaccio in via Garibaldi o, per intenderci, all’ingresso di Fasano arrivando da Savelletri.

Lo scorso anno, si è concluso il contenzioso che riguardava il risarcimento danni, con una somma di 1.177.073,40 euro, richiesto dai proprietari della struttura per i ritardi accumulati dal Comune di Fasano nella concessione del permesso edilizio, ma il Comune di Fasano l’ha spuntata, in quanto i ritardi erano motivati da una procedura complessa. Il palazzo, infatti, sorgeva in “zona bianca” non regolata dal Prg (piano regolatore generale) e, stando all’art. 4, ultimo comma, della l. nr. 10/1977, nei centri abitati sforniti di Prg sono “consentite soltanto opere di restauro e di risanamento conservativo, di manutenzione ordinaria o straordinaria, di consolidamento statico e di risanamento igienico”.

Il Consiglio di Stato ha dato, quindi, ragione al Comune di Fasano, in quanto non può essere riconosciuto il risarcimento del danno in favore di imprenditori che hanno proposto un intervento in contrasto con la normativa edilizia.

È già trascorso un anno dalla sentenza, ma il palazzaccio è ancora lì come 20 anni fa. Quali sono gli obblighi della proprietà adesso?

Ne abbiamo parlato con l’avvocato comunale Ottavio Carparelli che ci ha spiegato che adesso il primo passo è assegnare alla proprietà una scadenza per decidere di portare a termine i lavori o demolire la struttura e l’Ufficio Tecnico comunale è già al lavoro per questo.

Se i proprietari non rispetteranno i termini (che dovrebbero essere dai 30 ai 90 giorni), il Consiglio Comunale potrebbe decidere di demolirlo a sue spese o, se la spesa verrà considerata onerosa, potrebbe addirittura acquisirlo come bene comunale, in quanto se la proprietà non rispetta gli obblighi, equivale a considerare il palazzo abusivo.

«Quando viene concesso un permesso edilizio, l’inizio dei lavori deve partire entro un anno dalla concessione e i lavori devono essere completati entro tre anni. – spiega l’avv. Carparelli – La proprietà del palazzo avrebbe potuto portare a termine i lavori anche durante il contenzioso, perché il permesso era stato concesso, ma probabilmente preferivano attendere la sentenza del Consiglio di Stato».

Speriamo non passino altri 20 anni prima di vedere finalmente terminati i lavori.

venerdì 24 Novembre 2017

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti