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Sequestro dehors a Fasano, l’avvocato: «Devo salvaguardare i diritti di un’intera famiglia»

Vincenzo Lagalante
Abusivismo dehor
L'avvocato Trisciuzzi ha trasmesso, in nome e per conto dei proprietari dell'immobile confinante ad uno dei manufatti sequestrati, un lettera, al fine di ristabilire un clima di chiarezza e trasparenza
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Sono quasi vuoti i ristoranti di Savelletri e Torre Canne ai quali, nei giorni scorsi, gli agenti di Polizia locale hanno sequestrato i dehors su disposizione della magistratura negli ultimi giorni. Una decisione che sta compromettendo il lavoro dei ristoranti e bar sparsi sul territorio comunale.

La decisione è stata presa dalla Procura della Repubblica di Brindisi: si tratta comunque di dehors regolarmente autorizzati dal Suap, lo Sportello Unico delle Attività Produttive del Comune di Fasano. Tutto sarebbe partito da un esposto presentato da un ex vigile urbano che, ritrovandosi sotto casa a Savelletri un dehors, ha dato mandato all’avvocato Raffaele Trisciuzzi (che tra l’altro è anche consigliere comunale di opposizione) di vederci chiaro e di fare un esposto alla Procura. È partita così una inchiesta che ha portato al sequestro di decine e decine di dehors realizzati negli anni, previa autorizzazione comunale, dai titolari di ristoranti e bar.

L’avvocato Raffaele Trisciuzzi ha trasmesso, in nome e per conto dei proprietari dell’immobile confinante al manufatto, un lettera di rettifica al fine di ristabilire “un clima di chiarezza e trasparenza in merito alla vicenda dei sequestri relativi ai dehors delle attività commerciali”.

«Sento il diritto e il dovere di esprimermi a riguardo della vicenda – scrive l’avvocato Trisciuzzi -, poiché tratto personalmente nella questione da alcuni giornali, precisando che il fatto mi coinvolge, come avvocato, nella redazione di un esposto in nome e per conto di una signora e della sua famiglia, che hanno ritrovato la loro casa completamente occlusa da un dehors, un intero marciapiede angolare non più utilizzabile dai pedoni e dai portatori di handicap, e una carreggiata pericolosamente ristretta in un punto di snodo della frazione di Savelletri.

Già all’origine dei lavori – iniziati e conclusi il mese scorso e che in una manciata di giorni avevano interessato il rifacimento/allargamento del marciapiede e l’impianto di un gazebo di circa 50/60 mq – la signora si era rivolta prima agli uffici e anche al sindaco, chiedendo lumi sulla pratica ed effettuando regolare richiesta di accesso agli atti (ancora oggi inevasa nonostante il decorso di più di 40 giorni dalla richiesta).

Dinanzi alle reticenze degli uffici comunali e all’imminenza del danno, l’anziana donna non ha avuto alternative che adire le vie giudiziarie, esponendo in Procura la vicenda che appariva ben al di fuori del rispetto delle leggi, dei codici e dei regolamenti. Questo è il sunto autentico della vicenda.

Per quanto riguarda i sequestri e le azioni disposte successivamente, che oltretutto hanno interessato alcuni e non tutti i manufatti (datati anche 4-5 anni fa), la signora, la sua famiglia e il sottoscritto legale non sanno più di quanto appreso dai giornali.

Avendo posto questa netta linea di demarcazione alla questione storica, mi permetto di esprimere anche una breve considerazione da cittadino, che non può che assistere esterrefatto ad una drammatica situazione, originata non da un cittadino né da un avvocato né da un magistrato, ma da una burocrazia e da una politica che fa leggi in contraddizione con le leggi stesse.

Un sistema che, com’è noto, molto spesso approfitta di tale clima di incertezza per consentire ad alcuni e vietare ad altri, e addirittura a sanzionare ciò che ha autorizzato, quindi a creare disparità, nonostante le leggi e i regolamenti siano uguali per tutti, e soprattutto siano applicabili da sempre e non da ieri.

La famiglia, tramite il sottoscritto, fa sapere che ad oggi non è pervenuta alcuna comunicazione in merito alla richiesta di accesso agli atti e che, nonostante l’evidenza pubblica e l’urgenza della questione, ancora non ha avuto la facoltà di visionare gli atti – giova rimarcarlo “Pubblici” – relativi all’allargamento del marciapiede e alla procedura seguita dalla ditta per l’impianto del Dehors, preannunciando ulteriori azioni legali.

A Fasano succede che, dall’oggi all’indomani, ognuno possa vedere sorgere un edificio di qualche decina di metri quadri dinanzi all’ingresso di casa o una struttura sul demanio o su un luogo pubblico; e che, come abbiamo visto, un imprenditore possa veder mettere i sigilli su un’attività già da anni avviata, senza avere la fortuna di essere coinvolto o anche solamente informato prima che sia troppo tardi.

Tanto devo, in qualità di cittadino, di consigliere comunale, ma soprattutto da avvocato, incaricato per tutelare la legalità e la giustizia, e in questo caso anche la chiarezza, per salvaguardare i diritti di un’intera famiglia» .

mercoledì 19 Luglio 2017

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