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Ultima rata pagata all’ex city manager Tozzi: 150 mila euro il totale versato

Beniamino Attoma Pepe
L'ex dg Donato Tozzi
Il Comune di Fasano ha chiuso definitivamente i rapporti economici con l'ex "city manager" incaricato dall'ex sindaco Vito Ammirabile
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Con la determina n. 1021 del 14 giugno scorso, il Comune di Fasano ha chiuso definitivamente i rapporti economici con Donato Tozzi. A molti, il nome dell’avvocato potrebbe dire poco, ma 15 anni fa il suo incarico di “direttore generale”, o meglio “city manager” del Comune, suscitò molte polemiche e la brusca interruzione del rapporto di consulenza ha avuto una coda giudiziaria con conseguenze pesanti per l’Ente comunale.

Con la citata determina, l’Amministrazione salda l’ultima “rata” di una somma complessiva pari a 150.000 euro, in ottemperanza della sentenza della Corte d’Appello di Lecce che nel gennaio del 2015, ribaltando una precedente sentenza del 2013 favorevole al Comune di Fasano, ha condannato il Comune a pagare le indennità non percepite dall’avvocato Tozzi per l’anticipata revoca dell’incarico, per un importo pari a 111.583 euro. Tra interessi legali, IVA, cassa previdenziale e spese processuali, l’importo raggiunge 150.916,56 euro, che l’ente ha cominciato a pagare per successivi acconti dal maggio del 2015.

In estrema sintesi, a dicembre del 2002, Donato Tozzi viene incaricato dal neo eletto sindaco, Vito Ammirabile, di svolgere la funzione di city manager del Comune, ovvero una figura che si occupi di coordinare le azioni amministrative tra i dirigenti, i funzionari e il Sindaco. La durata dell’incarico è legata alla sindacatura ma ad aprile del 2006 l’amministrazione provvide alla revoca della consulenza, un anno prima delle elezioni del 2007.

La vicenda ebbe una eco sulla stampa nazionale per l’onerosità dell’impegno economico assunto dal Comune, in quanto l’avv. Tozzi percepiva circa 12.000 euro al mese.

Tozzi si rivolse al Tribunale e in primo grado il Giudice non ritenne fondati i suoi argomenti; per il ricorso in appello, l’avv. Tozzi oltre alle indennità non percepite per via del licenziamento, chiese 300.000 euro per danni morali, materiali e di immagine. Il Giudice ha condannato il Comune al pagamento delle indennità ma ha rigettato la richiesta di danni.

Oggi, tra Autorità Anti Corruzione e Codice degli Appalti, oltre le indicazioni fornite dalla spending review, gli affidamenti diretti sono rigorosamente regolamentati e un nuovo “caso Tozzi” non potrebbe accadere.

martedì 18 Luglio 2017

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