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Circo senza animali e la mozione in Consiglio comunale: la rabbia di Quattrozampe

Mariagrazia Semeraro
Circo
Il percorso già avviato in molti Comuni italiani e in molti Paesi europei e del mondo è quella di incentivare il modello del Cirque du Soleil. Ma non tutti sono d'accordo
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Lo scorso 29 maggio, durante il Consiglio Comunale, il consigliere pentastellato Raffaele Trisciuzzi ha presentato una mozione raccogliendo le proposte di alcune associazioni animaliste del territorio, tra cui Quattrozampe nel Cuore Onlus, guidata da Antonella Colucci.

Il dibattito è aperto anche a livello nazionale, dove è all’esame in Senato il ddl 2287-bis che prevede la “graduale eliminazione dell’utilizzo degli animali” nei circhi itineranti, cosa che porrebbe l’Italia al pari di altri Stati europei che hanno già proibito totalmente o parzialmente l’uso di animali nei circhi e in qualunque forma di spettacolo. Il nostro Paese è ancora fermo a una legge del 1968.

«Per quanto riguarda i circhi e gli spettacoli itineranti alcuni Comuni italiani hanno previsto norme più stringenti, impedendo così agli animali di vivere in condizioni di disumanità», ha ricordato il consigliere Trisciuzzi durante la sua relazione in Consiglio Comunale.

Nella mozione, richiedeva «di non autorizzare gli spettacoli itineranti con animali che non rispettano le norme basilari di tutela degli animali e modificare gli attendamenti dei circhi. Questa mozione non ha un intento politico, ma è un segnale alla comunità».

L’associazione Quattrozampe nel Cuore Onlus non ha digerito le risposte date dal consigliere Maria Rosaria Olive («Esiste una legge che vieta ai circhi di avere animali? Come può un sindaco opporsi alla legge?»), dal consigliere Giuseppe Galeota («La legge del 1968 sottolinea la funzione sociale dei circhi. Se un sindaco si oppone ai circhi senza animali, l’ordinanza può risultare illegittima. Quindi, se in un circo il problema è quello del maltrattamento di animali agisce il Codice penale, se il problema riguarda le condizioni igienico-sanitarie allora agiranno gli organi competenti nel Comune. In sostanza, non occorre vietare il circo senza animali»), dal consigliere Donato De Carolis («Quindi da domani tutti quelli che lavorano al circo con gli animali cosa faranno? Preoccupiamoci di problemi più seri»).

L’associazione ha quindi ringraziato «pubblicamente il consigliere comunale Raffaele Trisciuzzi che per la prima volta ha sollevato un problema da noi posto e fortemente sentito, la cui soluzione mirasse a garantire dignità agli animali che purtroppo ancora vengono reclusi e impiegati negli spettacoli circensi o esibizioni di animali itineranti. Nello stesso tempo siamo rimasti costernati rispetto ad affermazioni pronunciate dalla consigliera di opposizione Maria Rosaria Olive, che ha asserito che trattasi “solo di una moda del momento” quella di tutelare i diritti degli animali, manifestandosi apertamente a favore di questo tipo di spettacolo.

Il consigliere di maggioranza Galeota ha riportato che la legge nazionale del ’68 parla persino di funzione sociale del circo. A noi sinceramente risulta davvero difficile trovare una funzione sociale in un’attività che ridicolizza un animale o lo rende per sempre assoggettato alla dominanza dell’uomo-padrone. Auspicavamo una maggiore sensibilità nel voler regolamentare la detta materia, ponendo dei paletti rigidi e restrittivi, tali da garantire l’ingresso nella nostra “civile città di Pace” Fasano, solo a circhi che hanno abolito l’utilizzo degli animali nelle loro performances (come già accade in circhi di tutto rispetto a livello internazionale). Ciò poteva essere fatto con un nuovo regolamento comunale che integrasse le norme CITES. Sarebbe risultato difficilmente impugnabile</strong>; difatti, grazie a regolamenti comunali del genere, ossia integrativi delle norme della Convenzione di Washington, solo 2 comuni su 10 danno poi i permessi di ingresso nel proprio territorio ai circensi. È stata dura anche sentire dire nella massima assise comunale il consigliere De Carolis dire che “bisogna occuparsi di cose serie” e che sarebbe un peccato bloccare imprese riconosciute dalla Camera di Commercio di esercitare le loro attività. Innanzitutto, il rispetto dei diritti degli animali è un argomento davvero molto serio, forse non condiviso dalla maggioranza dei nostri rappresentanti locali, a confronto con il 70% circa di italiani che, secondo i sondaggi Eurispes, sono contrari all’uso degli animali nei circhi. In secondo luogo informiamo il suddetto consigliere che esistono molti Fondi UE che le Regioni possono attivare per convertire i circhi con animali in circhi senza. Grazie dunque, consigliere Raffaele Trisciuzzi per aver portato la nostra voce all’interno di un Consiglio Comunale che ci auguriamo cambierà modalità di approccio a tale problema, davvero rilevante per la cittadinanza ai fini etici e morali».

Si tratterebbe, infatti, di una battaglia di civiltà già incentivata in alcuni Comuni, come Modena e Padova, mentre in altri la diatriba è ancora accesa.

In questi comuni avanguardisti così come in molti Paesi d’Europa e del mondo, si aprono le porte al nuovo modello di circo acrobatico-coreografico del noto Cirque du Soleil che ha appunto eliminato l’utilizzo degli animali negli spettacoli rilanciando la popolarità di mimo, acrobazie, giocoleria in vere e proprie rappresentazioni teatrali/multimediale, supportati da scenografie all’avanguardia.

sabato 3 Giugno 2017

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